Biden prova a voltare pagina. Ma ora i segreti di Kabul imbarazzano il presidente

Joe Biden volta pagina dopo la fine della guerra in Afghanistan

Biden prova a voltare pagina. Ma ora i segreti di Kabul imbarazzano il presidente

Joe Biden volta pagina dopo la fine della guerra in Afghanistan. «È ora di guardare al futuro, non al passato, a un futuro più sicuro e che onori quelli che hanno servito il nostro Paese», afferma il presidente americano in un post su Facebook in cui ribadisce come fosse giunto il momento di chiudere i 20 anni di missione. Nel suo discorso alla nazione il comandante in capo ha ricordato che ora «dobbiamo affrontare le sfide di questo secolo, e la competizione con la Cina o la Russia»: proprio Mosca torna al centro dell'agenda di politica estera della Casa Bianca, dove Biden ha visto il collega ucraino Volodymyr Zelensky. Un incontro in cui il presidente Usa ha ribadito il fermo sostegno di Washington a Kiev, annunciando un nuovo pacchetto di assistenza alla sicurezza dell'Ucraina di 60 milioni di dollari.

L'obiettivo, spiegano a Pennsylvania Avenue, è contrastare le provocazioni al confine della Russia, che continua ad occupare la Crimea. Per quanto riguarda il contraccolpo politico interno, invece, Biden confida nel fatto che con il tempo l'impatto della decisione di porre fine alla guerra superi gli effetti negativi della caotica ritirata da Kabul. Ad ora, secondo un sondaggio del Pew Research Center, per il 54% degli intervistati lasciare l'Afghanistan è stata la mossa giusta, ma solo il 27% crede che l'amministrazione Usa abbia fatto un buon lavoro nel gestire la situazione. Per diversi osservatori, tuttavia, nel lungo periodo saranno il controllo della pandemia e la ripresa dell'economia i fattori cruciali nel determinare il successo o il fallimento dell'agenda. Intanto, un drammatico appello arriva da Kabul attraverso le pagine del Wall Street Journal: «Buongiorno presidente, salvi me e la mia famiglia. Non si dimentichi di me qui». A lanciarlo è l'interprete afghano che nel 2008 aiutò l'allora senatore Biden bloccato in una remota zona del Paese: Mohammed, che chiede di non riportare il suo nome completo per motivi di sicurezza, non è stato evacuato, e con la moglie e i quattro figli si sta nascondendo dai talebani dopo che i suoi tentativi di uscire dall'Afghanistan sono rimasti incagliati nella burocrazia. «Lo tireremo fuori, onoreremo il suo servizio», commenta la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Mohammed era interprete per l'esercito Usa nel 2008, quando due elicotteri militari hanno effettuato un atterraggio di emergenza in Afghanistan durante una tempesta di neve: a bordo c'erano tre senatori, Biden, Kerry e Hagel.

Fondamentale è stato il suo aiuto per garantire la sicurezza dei tre. Nei mesi scorsi la sua domanda di visto è rimasta bloccata e dopo la presa di potere da parte dei talebani ha tentato la fortuna recandosi all'aeroporto, dove è stato respinto dalle forze statunitensi: lui poteva entrare, ma non moglie e figli. Nel frattempo, è stato pubblicato il contenuto dell'ultima chiamata tra Biden e l'ex presidente afghano Ashraf Ghani, il 23 luglio scorso. Secondo una trascrizione ottenuta da Reuters, il comandante in capo ha fatto pressioni sul collega per creare la «percezione» che i talebani non stessero vincendo.

«La percezione in tutto il mondo e in alcune parti dell'Afghanistan è che le cose non stiano andando bene in termini di lotta contro i talebani - ha detto il presidente - c'è bisogno di proiettare un'immagine diversa». Il suo tono - spiegano i media - fa pensare che non si aspettasse per nulla il crollo del governo di Ghani meno di tre settimane dopo.

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