Inizia con un discorso di undici minuti dallo Studio Ovale il lungo addio politico di Joe Biden. «Credo che il mio primato come presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro degli Stati Uniti meritassero tutti un secondo mandato. Ma niente, niente può ostacolare il salvataggio della nostra democrazia, e questo include l'ambizione personale. La soluzione migliore è passare il testimone a una nuova generazione. Questo è il modo migliore per unire la nostra nazione», afferma il comandante in capo, spiegando così il motivo del suo ritiro dalla corsa per la Casa Bianca, dopo le crescenti pressioni nel partito in seguito alla debacle nel dibattito tv con Donald Trump. «Sapete, c'è un tempo e un luogo per nuove voci. Voci fresche, voci più giovani. Vorrei ringraziare la nostra grande vicepresidente, Kamala Harris - continua - Ha esperienza. È dura. È capace. È stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro Paese». «La cosa bella dell'America è che qui re e dittatori non governano, governa la gente. La storia è nelle vostre mani, il potere è nelle vostre mani», sottolinea ancora Biden. Non dice nulla sulla sua età o sulle sue capacità mentali e fisiche che hanno portato tanti democratici a chiedergli di ritirarsi, ma ripete che il passo indietro era necessario per il bene degli Usa. Un amore di patria che ha paragonato a quelli di Thomas Jefferson, George Washington e Franklin Delano Roosevelt.
«Venero la mia carica, che è stato l'onore della mia vita, ma amo di più il Paese. La difesa della democrazia è più importante di qualsiasi titolo», insiste e promette che nei prossimi sei mesi si concentrerà sul suo lavoro di presidente: «Ciò significa che continuerò a ridurre i costi per le famiglie che lavorano duramente e a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta». Dice che si impegnerà «per la pace a Gaza e per mantenere il sostegno all'Ucraina».
Anche se non si tratta di un vero e proprio addio, visto che sarà in carica sino al prossimo 20 gennaio, il discorso di Biden suggella una carriera lunga 50 anni, e considerato che da ora in poi l'attenzione sarà inevitabilmente molto più concentrata su Harris, vuole prendersi il merito di quelli che considera i suoi successi. Ieri, poi, ha festeggiato i dati economici, che hanno registrato una crescita sopra le attese. «Grazie al programma economico mio e della vicepresidente la nostra economia è cresciuta di un robusto 2,8% nell'ultimo trimestre. Abbiamo creato quasi 16 milioni di posti di lavoro, i salari sono aumentati e l'inflazione sta scendendo. Stiamo ricostruendo la nazione e riportando la produzione in America», chiosa Biden ricordando che «quando entrai in carica eravamo nel mezzo della peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione», mentre «il rapporto sul Pil di oggi chiarisce che ora abbiamo l'economia più forte del mondo».
«Il discorso del presidente era a malapena comprensibile, davvero pessimo», è il commento caustico di Trump.
E il tycoon in un'intervista a Fox spiega come diverse personalità dem «hanno cercato di organizzare un colpo di stato»: «L'hanno spinto fuori, tra Pelosi, Obama e altri. Li ho visti in televisione, erano così carini, ma dietro le quinte, so perfettamente che sono stati brutali» nei suoi confronti.
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