Bimbo positivo in un asilo in Trentino. Alto Adige Classe in quarantena a Crema per caso sospetto

Isolati 5 compagni di classe del piccolo. In Lombardia invece il test era negativo

Bimbo positivo in un asilo in Trentino. Alto Adige Classe in quarantena a Crema per caso sospetto

Che il rischio zero in classe non esista, come ha ricordato ieri in Senato il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, lo dimostrano le cronache già al secondo giorno di scuola con i primi alunni in quarantena. Un assaggio di quello che accadrà tra pochi giorni quando prenderà via ufficialmente l'anno scolastico in tutta Italia (tranne nelle poche regioni che hanno scelto di posticipare di qualche giorno).

Dopo il primo caso a Roma, in una scuola internazionale, adesso è toccato al Trentino Alto Adige. Un bambino è risultato positivo al Covid in un asilo nido di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, e gli altri cinque compagni inseriti nella sua stessa sezione sono stai messi in isolamento e saranno sottoposti al tampone. Il piccolo aveva frequentato il nido fino a venerdì senza manifestare sintomi ed è risultato positivo in seguito ad un controllo in ospedale. «Le altre sezioni, considerati i protocolli attuati fin dal primo giorno di apertura, non hanno avuto contatti e non sono evidenziati problemi sanitari», ha assicurato il sindaco del paese, Roberto Oss Ermer, raccomandando la massima prudenza e chiedendo alle famiglie di evitare di portare i bambini a scuola nel caso di sintomi influenzali.

Altro caso sospetto in un asilo comunale di Crema (Cremona), dove la febbre di un bambino ha fatto scattare il protocollo anti-Covid e tutta la classe è stata lasciata a casa in attesa dei risultati del tampone, che poi ha dato esito negativo. In questo caso erano stati i genitori del piccolo a segnalarne la temperatura, misurata prima di uscire di casa. Il sospetto di una possibile infezione aveva fatto scattare la quarantena per l'intera classe. Fortunatamente il test ha dimostrato che si trattava solamente di qualche linea di febbre e già oggi i compagni di asilo del bambino torneranno in classe. Se il tampone fosse risultato positivo sarebbero serviti tempi molto più lunghi.

Prove tecniche di quello che accadrà quando l'anno scolastico avrà preso il via in tutta Italia e per di più si andrà incontro all'inverno. Per il consigliere lombardo del M5s, Marco Degli Angeli, l'episodio di Crema dimostra la necessità di velocizzare i tempi di processamento dei tamponi in Lombardia. Le linee ministeriali del 28 agosto prevedono che a seguito di segnalazione del pediatra, e solo in caso di test positivo, si notifichi il caso e si avvii la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica.

«Peccato che però - precisa Degli Angeli - le indicazioni emesse dal ministero della Sanità non fanno i conti con il fatto che, in Lombardia, i tempi tra l'esecuzione di un tampone e l'esito sono lunghi. La conseguenza è che un'intera classe di bambini con i relativi genitori sono costretti a rimanere in casa e nel dubbio per l'incapacità di gestire in giornata l'esecuzione e dare il risultato dei test».

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