«La Lorenzin? Bisognerebbe impalarla viva di fronte alla sua famiglia. E ancora «colpiamo i giornalisti, quelli non hanno la scorta, è più facile». E poi giù coi numeri di telefono e gli indirizzi dei virologi Roberto Burioni, Matteo Bassetti, Fabrizio Pregliasco, con quelli del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, del rettore dell'Università di Trieste Roberto Di Lenarda, con l'indicazione degli assetti societari e la composizione delle redazioni di Libero quotidiano e di Repubblica, buttati lì, in mezzo a una chat letta da oltre 42mila persone.
I No Vax che manifesteranno oggi in tutta Italia sono pronti a colpire. «Anche ad Arcore, al Giornale, gli esponenti di Forza Italia e Mediaset», scrivono. Nella chat Telegram del gruppo «Basta Dittatura!» c'è di tutto, persino chi invita a trovare le case del ministro Roberto Speranza o del premier Mario Draghi per «farli cagare sotto». Qualcuno posta la foto del citofono dell'abitazione del governatore del Piemonte Alberto Cirio. Gli obiettivi da colpire, anche con azioni pesanti, sono Palazzo Chigi, i medici, i politici, i giornalisti, i sindacati. Chiunque sia pro vaccini e pro green pass, insomma. Perché l'importante è «andarli a prendere a casa».
La giornata di oggi sarà probabilmente ricordata dal Viminale, che per evitare problemi per le manifestazioni organizzate dai no vax in tutta Italia sta facendo prevenzione anche e soprattutto monitorando i gruppi Telegram di coloro che oggi attueranno proteste. A Torino la Polizia postale ha segnalato alla Procura alcuni canali Telegram, con minacce a personaggi pubblici, chiedendone l'oscuramento.
Una prima azione annunciata sarà quella dell'attacco di oggi alle stazioni ferroviarie, 54 in tutto, dove il ministero dell'Interno metterà a disposizione nuclei rafforzati delle forze di polizia, con agenti anche in tenuta antisommossa. Dal numero due di Forza Italia Antonio Tajani un appello: «Lo Stato impedisca che i violenti no vax blocchino i treni in partenza dalle stazioni». Ferrovie osservate speciali, dunque. Ma ci saranno anche presìdi ai palazzi e alle sedi istituzionali. Ma chi ha diffuso i numeri di telefono dei vari personaggi è già sotto la lente di ingrandimento della Polizia postale, che provvederà a denunciare chi sta commettendo reati che vanno dallo stalking fino alle minacce e alla violazione della privacy. Un occhio particolare va ai giornalisti, dopo le recenti aggressioni all'ultima manifestazione. Tanto che il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, riunirà il Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
«Il Viminale - si legge in una nota - assicurerà come sempre la libertà di manifestare pacificamente nel rispetto delle regole ma non saranno ammessi atti di violenza e minacce». Nei corridoi del ministero, però, qualcuno fa notare che la Lamorgese in realtà è un ministro «inesistente», non è abbastanza incisiva e sulla vicenda «manifestazioni» non parla. La linea è quella del Capo della Polizia Lamberto Giannini, di far manifestare senza reprimere, intervenendo in caso di problemi di ordine e sicurezza pubblica. Il fatto è che il Viminale ancora non aumenta gli organici delle Forze di polizia, chiamate a occuparsi di varie situazioni. Sforzi che vengono richiesti senza che si intervenga con quelle misure già chieste da tempo dal leader della Lega Matteo Salvini, che puntava ad un aumento del numero degli agenti. La crisi attuale dimostra la necessità di interventi veloci.
Qualora oggi fossero bloccati i treni, si incorrerebbe nel reato di interruzione del pubblico servizio e quindi scatterebbero anche gli arresti, come
previsto dalla legge. Il vero problema è l'infiltrazione delle frange più violente. Per cui attenzionati speciali sono i movimenti di estrema destra come Casapound e Forza Nuova o di estrema sinistra, ovvero i centri sociali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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