Che la presidente della Camera fosse un'antimilitarista convinta non è una sorpresa, ma ieri mattina Laura Boldrini non ha lasciato spazio ai dubbi. Ha assistito alla parata lungo i fori imperiali, in occasione della festa della Repubblica, senza mostrare particolare entusiasmo e, anzi, sfoggiando un sorriso convinto solo quando ha visto sfilare i giovani del servizio civile. Si è presentata in tribuna d'onore, addirittura dopo il premier Paolo Gentiloni, facendo uno strappo al cerimoniale. Mentre gli altri ospiti politici avevano appuntata al petto la coccarda tricolore lei, sulla sua giacca color corallo, non l'ha messa.
Sul suo profilo Twitter nessun accenno ai soldati, al sacrificio di chi morì per la Patria in occasione delle due Guerre mondiali, ai valori della Repubblica, ai caduti nelle missioni internazionali, al Tricolore, ma solo cinguettii pacifisti. Anzi, la citazione di Gandhi: «Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo. Voi ragazzi/e del Servizio civile praticate ogni giorno pensiero Mahatma Gandhi». E ancora: «Grazie alle ragazze e ai ragazzi del servizio civile - che per il terzo anno consecutivo festeggiano il 2 giugno nell'aula di Montecitorio». E di nuovo: «Patriottismo non è nazionalismo. Il primo è inclusivo e tende la mano agli altri, il secondo costruisce muri ed è aggressivo». Per poi proseguire: «La Patria è dove si vive felici, servono Patria anche i giovani del servizio civile, che difendono i valori della Costituzione».
Le polemiche non sono tardate ad arrivare, soprattutto perché sono stati in molti a notare che, al passaggio dello schieramento dei paracadutisti della Brigata Folgore, la presidente della Camera è rimasta a capo chino, senza applaudire, abbozzando quasi una smorfia di disgusto.
«Non è un'offesa solo alla Folgore e a tutto il corpo dell'Esercito - ha scritto qualcuno sul gruppo social della Brigata -, ma all'intero Paese e, dopo aver visto questa scena, ci sentiamo profondamente offesi». E c'è già chi promette di inviare una lettera di dissenso all'Esecutivo, facendo presente «il comportamento irrispettoso della signora Boldrini».
D'altronde, che la parata di quest'anno vertesse in chiave pacifista lo si è capito da diversi aspetti. Niente grandi mezzi militari, forze speciali ridotte al minimo (grande assente, tra gli altri, il 9°reggimento Col Moschin). Un tempo sfilavano i carri armati, oggi, ad aprire la manifestazione, una rappresentanza degli «ottomila sindaci delle città metropolitane e dei Comuni», come ha scritto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sulla sua pagina Facebook. Una che, come la Boldrini, vede sempre più realizzarsi il suo sogno: quello di un Esercito pacifista, in cui a spiccare siano i volontari e i giovani del servizio civile, che per sua stessa recente ammissione potrebbe «diventare allargato a tutti».
Gli speaker della manifestazione, oltretutto, in perfetta linea col clima, a più riprese hanno ricordato «il sacrificio dei volontari», «l'impegno civile dei giovani», «l'impiego importante delle Forze armate nelle operazioni di recupero migranti».
Le uniche parole che hanno fatto avere a Laura Boldrini uno slancio di entusiasmo.
Chissà, forse se avessero sfilato pacifisti con bandiera arcobaleno o signore in bicicletta col cestello pieno di fiori, la presidente della Camera avrebbe potuto dare un senso alla sua giornata che, a quanto pare, è stata allietata solo della visita a Montecitorio dei «ragazzi del servizio civile».
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