Bolsonaro caccia il suo ministro Mandetta "reo" della linea dura

Il titolare della Sanità stratega e fautore delle chiusure

Bolsonaro caccia il suo ministro Mandetta "reo" della linea dura

San Paolo Mentre cresce il numero dei morti - ieri si sono raggiunti i 1924 decessi ed il picco dell'epidemia è ancora lontano - in Brasile è scontro politico ai massimi livelli. Il presidente del Paese sudamericano, Jair Bolsonaro, che da settimane polemizzava sempre più apertamente con il ministro della Sanità Henrique Mandetta, ha deciso ieri di «farlo fuori». Al suo posto, alla guida della lotta contro il Covid-19, Bolsonaro ha scelto l'oncologo carioca Nelson Teich. La notizia era nell'aria da giorni.

Mandetta con la sua equipe aveva guidato sino a ieri bene l'emergenza e, non a caso, a detta dei sondaggi il 76% dei brasiliani voleva che il medico che è riuscito a contenere la curva nei primi 60 giorni di Covid-19 restasse «senza se e senza ma». Sullo sfondo della vicenda un ruolo centrale lo ha avuto la stampa brasiliana, che come nel caso di Trump con Fauci, ha cavalcato la polemica nella speranza che prima o poi Bolsonaro dimettesse Mandetta.

Ieri è finalmente successo e, adesso, vedremo che cosa riuscirà a fare Teich per contenere l'epidemia. Politica su tutto dunque e, allora, al traino dei media verde-oro si è messo anche il governatore dello stato di San Paolo, Joao Doria, che sogna con la presidenza 2022 e che ieri ha coniato un nuovo termine, il «Bolsonarovirus». Visto che però il Brasile non sono gli Usa, Mandetta è «saltato» e adesso per Bolsonaro il rischio di impeachment diventa assai più realistico della denuncia per «crimini contro l'umanità», già presentata all'Aia due settimane fa da un gruppo di avvocati del partito di Lula.

Ieri, in una videoconferenza sul coronavirus con i maggiori esperti brasiliani in epidemie, Mandetta aveva già preannunciato il suo «allontanamento forzoso», dicendo che «nel ministero ci sarà un cambiamento già oggi o domani (ieri o oggi per chi legge, ndr)». Salvo poi precisare che «dai media sembra che io sia diventato ministro per opera dello Spirito Santo e che io agisca contro il presidente. Sta diventando come un derby Flamengo-Fluminense. Se oggi esiste un team di tecnici così bravi qui è perché lo ha permesso Bolsonaro, il merito è suo». Per poi chiosare: «Il presidente è un brasiliano molto ben intenzionato e sta cercando un modo per conciliare salute ed economia».

Oltre al cambio al ministero della Sanità preoccupa molto che mentre Doria attacca Bolsonaro dicendo che «promuovere l'agglomerazione di persone è attentare alla vita», metropolitana e bus della città da lui governata continuano a essere affollati come un mese

fa a Milano e che nessuno abbia preso misure concrete di «distanziamento». «Almeno due metri e mezzo» predicava Mandetta sino a ieri. Ora lui non c'è più, né la sua equipe di epidemiologi e per i brasiliani non è un bene.

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