Bomba davanti a libreria Artificiere resta mutilato

Ha perso mano e occhio. Il locale è considerato vicino a CasaPound. Sospetti sugli anarchici

Chiara Giannini

Un poliziotto di 39 anni è rimasto seriamente ferito intorno alle 5 di ieri mattina nell'esplosione di una bomba a Firenze, in via Leonardo Da Vinci. L'ordigno era stato posizionato da qualcuno sulla serranda di una libreria storica vicina a Casapound, Il Bargello, già presa di mira dagli antifascisti quando si trovava nella vecchia sede di via Gabriele D'Annunzio.

La matrice dell'attentato è di stampo politico, pare non ci siano dubbi, anche se in un primo momento si era sparsa la voce che il vero obiettivo fossero gli agenti di polizia. L'esplosione è infatti avvenuta un istante dopo che il poliziotto, un sovrintendente, si è avvicinato al pacco bomba, coperto all'esterno con carta e stracci, per esaminarlo. Ha perso una mano e la vista da un occhio ed è stato necessario sottoporlo a un intervento chirurgico d'urgenza. La libreria era già stata oggetto di altri tre gravi attacchi. Ora il nuovo episodio, il più grave, visto il coinvolgimento dell'agente. Secondo una prima ricostruzione, una pattuglia della Digos è passata davanti alla libreria, nelle prime ore della mattinata di ieri e ha notato il pacco bomba. Sono stati chiamati immediatamente gli artificieri della Polizia di stanza a Firenze, che sono arrivati poco dopo. Il poliziotto, sposato e con due figlie, si è avvicinato all'ordigno per capire di cosa si trattasse. Questo può far pensare che la bomba avesse un timer o che possa essere stata controllata a distanza. In questo secondo caso significherebbe che dietro all'attentato ci sono professionisti in grado di realizzare ordigni con controllo remoto e che l'obiettivo potesse essere proprio la polizia. Sarà la scientifica a chiarire la dinamica. Cosa certa è che sembra di essere tornati agli anni di piombo. Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha espresso «vicinanza e piena solidarietà all'artificiere ferito mentre svolgeva il suo servizio», mentre il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha parlato di «episodio gravissimo e senza alcuna giustificazione. I colpevoli - ha proseguito - devono essere presto assicurati alla giustizia». Il segretario nazionale del Sap (sindacato autonomo di polizia) Gianni Tonelli, ha chiarito: «Purtroppo il nostro lavoro è complicato e rischioso e serve una continua formazione. Il collega si è comportato in maniera ineccepibile. Ci rammarica che il circuito mediatico di Stato abbia dato pochissima importanza all'evento, mentre meritava di essere una notizia di apertura. Capisco che i fatti di Istanbul siano gravi, ma qui siamo in Italia. Peraltro, l'agente ora rischia di dover essere riformato quando potrebbe sviluppare una funzione importante, per la professionalità e l'esperienza assunte, in scuole nei riguardi altri operatori».

Il capogruppo in consiglio regionale Giovanni Donzelli e quello in consiglio comunale a Firenze, Francesco Torselli, entrambi di Fratelli d'Italia, chiedono «alle istituzioni cittadine e in particolare al sindaco di Firenze, che la smettano di fingere di non vedere che esiste un serio problema politico con certi ambienti vicini alla sinistra radicale.

Non bastano più parole e le prese di distanza, servono fatti concreti».

Partirà per questo anche una raccolta di firme per far sì che «nessun condannato per atti terroristici o appartenente a organizzazioni terroristiche, possa assumere cariche pubbliche».

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