Bombe sugli scali e il ripiegamento su Donbass e Sud: Mosca vuol giocare la carta Transnistria

Dall’enclave di Moldavia pronte le truppe per attaccare Odessa. La Moldavia il 2 marzo ha chiesto l’adesione all’Europa d’urgenza

Bombe sugli scali e il ripiegamento su Donbass e Sud: Mosca vuol giocare la carta Transnistria

Ora dopo ora è sempre più evidente che le truppe russe in Ucraina stanno effettuando un ampio riposizionamento, destinato a modificare a partire dai prossimi giorni le dinamiche della guerra lanciata da Vladimir Putin ormai quasi quaranta giorni fa. Mykhaylo Podolyak, il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha tra l'altro partecipato a diverse sessioni di negoziato con la controparte russa, ha affermato ieri che gli occupanti stanno «rapidamente ritirandosi dalle aree a nord di Kiev e della città settentrionale di Chernihiv», ripiegando in parte verso il confine bielorusso, ma soprattutto verso sud e verso est.

Questo conferma, secondo Podolyak, che i generali russi intendono cambiare tattica dopo una serie di insuccessi e dare priorità al controllo di ampi territori occupati entrandovi in massa. L'obiettivo sarebbe dunque quello già anticipato da Mosca alcuni giorni fa: concentrare le forze contro il grosso dell'esercito ucraino, che si trova schierato a ridosso del Donbass occupato. Contemporaneamente, sembra però aprirsi un nuovo fronte che potrebbe cambiare la situazione sul terreno nell'area di Odessa: lo stato maggiore di Kiev ha infatti segnalato movimenti di truppe nella Transnistria, la striscia di territorio che pur appartenendo legittimamente alla Moldavia è di fatto parte integrante della Russia fin dagli anni Novanta. Più nel dettaglio, secondo Kiev l'armata ucraina ha ripreso il controllo di una trentina di villaggi tra la capitale e Chernihiv. Le truppe di Mosca hanno anche lasciato lo strategico aeroporto di Gostomel, a poche decine di chilometri da Kiev, che era stato preso dai russi nelle prime ore dell'invasione con l'intento di farvi sbarcare le truppe destinate alla conquista della capitale ucraina. Anche vicino a Kharkiv la seconda grande città del Paese sottoposta da oltre un mese a pesanti bombardamenti, ma che ha sempre resistito con successo ai tentativi di occupazione gli ucraini sostengono di aver riconquistato diversi villaggi. Più difficile (lo ha riconosciuto lo stesso Zelensky) la situazione nella regione del Donbass, dove sono in corso intensi combattimenti. Sempre ieri, i campi d'aviazione militari delle due grandi città ucraine di Dnipro e Poltava sono stati devastati da attacchi missilistici.

Ma la potenziale grande novità, come si diceva all'inizio, consiste nell'apparente mobilitazione di truppe russe nella Transnistria. Alle autorità moldave al momento non risulta che i circa 1500 militari russi presenti in quel territorio stiano muovendo verso i confini ucraini. La Transnistria, che si trova a circa 50 chilometri da Odessa, potrebbe trasformarsi in un nuovo fronte di guerra. Fino a oggi era conosciuta come un bizzarro luogo rimasto ai tempi dell'Unione Sovietica, con tanto di statue di Lenin dappertutto e la falce e martello nella bandiera di uno Stato che nemmeno Mosca riconosce ufficialmente (anche se vi mantiene una base militare e un colossale deposito di munizioni).

Lo scorso 2 marzo, il presidente bielorusso Lukashenko aveva mostrato una mappa che pareva indicare le direttrici di un attacco dalla Bielorussia verso la Moldavia proprio attraverso la Transnistria: il governo di Chisinau, preoccupato, chiese in tutta fretta l'adesione all'Ue, ottenendo una visita rassicurante del rappresentante europeo Josep Borrell e del segretario di Stato americano Antony Blinken. Finora, nessuno ha toccato la Moldavia.

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