
Tutti contro Conte e Conte contro tutti. L'attacco frontale al leader del M5s, alle sue «scellerate riforme» e alla «sua» piazza del 5 aprile, arriva dal palco di Azione. Il padrone di casa, Carlo Calenda, apre il congresso del partito con una presa di distanza durissima dal capo del Movimento, da tutto quello che ha rappresentato quando era al governo, a partire dalle misure fallimentari del superbonus, e che rappresenta, con una certa idea di «italietta»: «L'unico modo per avere a che fare con l'M5s è cancellarlo», affonda Calenda, raccogliendo gli applausi della sala e l'approvazione della premier che ascolta in prima fila e che poi accuserà Conte (nella foto) senza nominarlo di incoerenza sulle spese per la Difesa. Il leader di Azione chiama in causa il Pd, «ponetevi il problema del perché voi siete nel campo largo», e punta il dito sulle posizioni dei pentastellati sull'Ucraina: «Chiunque sostenga che esiste la pace senza la forza o è un ignorante che non conosce la storia o è un pusillanime che vuole lucrare sul voto delle persone. Se chi lo dice ha buttato miliardi sui bonus edilizi è un mentitore seriale». E c'è la stoccata del ministro della Difesa Guido Crosetto, che dallo stesso palco, dopo l'intervento della premier, parla così del leader cinque stelle: «C'è un'Italia che purtroppo ha consentito a persone, che in altri Paesi continuerebbero a fare gli avvocati di sesta fila in qualche studio minore, di arrivare a governare il Paese». Poco prima pure la vice presidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, aveva criticato la piazza del 5 aprile convocata dal capo dei 5s nel nome del no al riarmo: «Trarre profitto elettorale dalle paure, dal giusto desiderio di pace, sta alla politica come una truffa sta al commercio. L'alternativa non nascerà da questa polarizzazione».
Conte annuncia un candidato 5s per la corsa in Calabria e poi affida a stretto giro a un post sui social la sua replica contro il «partito trasversale delle armi a oltranza», i cui «insulti e attacchi a raffica» sono «medaglie». Ne ha per tutti, il leader M5s. Meloni «fa tenerezza», Crosetto «fino al giorno prima della nomina era il rappresentante ufficiale delle industrie delle armi, e so per certo che in un Paese serio, in un governo serio, lui non avrebbe mai fatto il ministro della Difesa». Quanto a Calenda, «si finge liberale a giorni alterni: per lui il M5s andrebbe cancellato. Che cultura politica è mai questa? Immaginatelo al governo intento a cancellare il M5s e i cittadini che la pensano come noi. Rispetto per chi è contrario al riarmo, Carlo, anche se hai l'elmetto da tre anni». E conclude: «Siamo scomodi si sa, ma andremo dritti per la nostra strada. Fatevene tutti una ragione. Il 5 aprile tutti in piazza contro la follia del riarmo». Quella stessa piazza che ha incassato l'endorsement della tiktoker Rita De Crescenzo, nota per aver organizzato «l'invasione» di Roccaraso.
Dopo le polemiche scoppiate a seguito dell'annuncio della sua partecipazione e dei suoi follower con pullman gratis per Roma - non senza un certo imbarazzo tra i pentastellati - ha smentito un contatto diretto con Conte: «Sono contro le armi e le guerre, prendo posizione per i miei figli e per i giovani».
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