Londra. «È chiaro che il risultato nel North Shropshire è estremamente deludente». Non può dire che questo, il premier britannico Boris Johnson , dopo la vittoria choc dei Liberal Democratici alle elezioni supplettive in un collegio a maggioranza conservatrice da duecento anni. Seimila voti di differenza tra la vincitrice Helen Morgan e il candidato dei Tories segnano la cifra eclatante di una sconfitta che pesa soprattutto sulle spalle del Primo Ministro. «Comprendo totalmente la frustrazione della gente, ho capito il messaggio e in tutta umiltà devo accettare il verdetto. La responasbilità della sconfitta è mia».
In maniche di camicia, i capelli biondi scomposti come al solito, la mascherina chirurgica a coprirgli il viso, BoJo rilascia le sue dichiarazioni alla stampa da uno dei tanti centri vaccinali che nel Paese lavorano a ritmo continuo per tentare di frenare la diffusione della variante Omicron. Ieri i casi hanno toccato quota 93mila con 111 nuovi decessi correlati al Covid, un record negativo che si ripete per il terzo giorno consecutivo. La situazione sembra veramente sfuggita di mano al governo, per l'ennesima volta sul fronte sanitario, tuttavia il Premier non ha rinunciato ad addossare parte della colpa dell'ultima sconfitta elettorale ai media nazionali. «Capisco che quello che i nostri elettori vogliono dal nostro governo è che ci si focalizzi completamente sui loro bisogni e sulle loro priorità - ha commentato infatti aggiungendo che il problema maggiore delle ultime settimane è stata - la litania di storie sulla politica e sui politici che la gente è stata costretta a sentire al posto delle cose che la riguardano direttamente e di quello che il governo può fare per rendere migliore la loro vita». «Le questioni su cui le persone vogliono che ci si concentri sono il servizio sanitario e le misure per combattere la pandemia. È questa la nostra priorità».
Ripercorrere le dichiarazioni di Johnson e dei suoi ministri in aperto contrasto con le raccomandazioni del comitato scientifico, se il governo ce l'ha messa tutta per frenare il virus, diciamo che la strategia si è rivelata perlomeno confusa e avventata e la gente l'ha capito. Anche le accuse alla stampa sono semplicistiche. Se è vero che i tabloids hanno sguazzato negli scandali dei party di Natale illegali dello scorso anno, nelle storie di corruzione grandi e piccole dei vari membri del partito e delle stesso Johnson, si tratta pur sempre di fatti oggettivi. Come è un fatto la divisione interna che ha costretto Johnson a dover contare sull'appoggio dei laburisti per far passare le nuove restrizioni anti Covid. «Ancora un colpo come questo e lui è fuori - ha dichiarato alla BBC Il deputato conservatore Sir Roger Galeper a far capire che se nell'immediato futuro il Premier non riesce a riprendere il controllo della situazione, la sua permanenza a Downing Street ha i giorni contati - credo che questa sconfitta debba essere vista come un referendum sulla sua performance personale e ritengo che il suo mandato sia ormai agli sgoccioli».
Per i LiberalDemocratici, che ieri festeggiavano euforici una vittoria che nessuno, nemmeno gli analisti più scafati, potevano prevedere così schiacciante, per Boris «ormai la festa è finita». E intanto la commissione parlamentare del partito conservatore ha già acconsentito a ricevere per email le lettere di sfiducia al Premier anche durante le vacanze natalizie del Parlamento.
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