Umberto Bossi è tornato in Parlamento per eleggere il nuovo capo dello Stato: è stato il primo a votare all'avvio della chiama. Il Senatur si è presentato nella veste di grande elettore con una cravatta "verde padano" (allentato come ai vecchi tempi) e pochette nel taschino della giacca in tinta. Lo storico esponente della Lega, in sedia a rotelle, è stato accompagnato da un assistente e da Roberto Calderoli. È apparso dimagrito ma comunque lucido e in vena di chiacchiera.
I saluti in cortile
Dopo aver depositato la sua scheda nell'urna, Bossi non ha rinunciato al suo immancabile sigaro tra le dita della mano destra e nel cortile interno di Montecitorio si è fermato a parlare con alcuni presenti. Non sono mancati momenti di ironia e leggerezza. "C'è un giovane cronista che vuole farle una domanda", si è sentito da dietro ed è arrivato il leghista Giancarlo Giorgetti. Non è passato inosservato il saluto molto caloroso con Pier Luigi Bersani. Presente anche Federico D'Incà, ministro in quota Movimento 5 Stelle.
"Come stai?", ha chiesto Bersani mettendo una mano sulla spalla di Bossi. I due hanno scambiato qualche parola, sorridendo e stringendosi la mano con trasporto. "Posso salutarti anche io?", ha poi chiesto Calderoli alzandosi e tendendo la mano a Bersani. Che, sorridendo e salutando, ha risposto con una battuta: "Con questa mascherina non ti avevo riconosciuto, sembri perfino bello...".
La "profezia" di Bossi
Bossi ha fatto sapere di aver votato scheda bianca, seguendo così "l'ordine di scuderia". A suo giudizio il nome giusto per il Colle, magari condiviso quanto più possibile dai partiti in Parlamento, non è ancora uscito: "Ci sono ancora tanti nomi spendibili". Ritiene che quello di Mario Draghi, che indubbiamente rappresenta una delle tante ipotesi sul tavolo, "può uscire alla fine".
Inoltre Bossi, parlando con i cronisti, è stato incalzato sulla decisione di Silvio Berlusconi di rinunciare alla candidatura per diventare il nuovo capo dello Stato: "Ha una grande dote, è un uomo coraggioso, ma la dote che gli manca è la pazienza".
Quanto all'opzione Pier Ferdinando Casini, il Senatur ha sostenuto che "probabilmente non riesce". Poi non ha rilasciato alcun giudizio sull'operato di Matteo Salvini nella gestione della partita per il Quirinale: "Non rispondo". Infine ha alzato la mano per congedarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.