Brexit, la profezia di Prodi: "Tra 15-20 anni tornerà in Ue"

"La Brexit? Non è una bella giornata per l'Europa. Ma sono convinto che la Gran Bretagna avrà problemi e tra 15-20 anni tornerà nell'Unione Europea". A dirlo, in occasione delle celebrazioni per i 110 anni di Confindustria, Romano Prodi

Brexit, la profezia di Prodi: "Tra 15-20 anni tornerà in Ue"

L'1 febbraio 2020 è una data che entra di prepotenza nella storia europea: da oggi la Gran Bretagna non fa più parte dell'Unione Europea. Dopo un lungo tira e molla, la Brexit è diventata realtà. Evento festeggiato allo scoccare della mezzanotte da una grande folla radunatasi a Westminster Square, nel centro di Londra. Qui migliaia di persone si sono radunate per celebrare un divorzio atteso da anni. Il passaggio epocale è stato segnato dal conto alla rovescia proiettato sulla facciata di Downing Street sullo sfondo dei colori del vessillo britannico. Il premier britannico, Boris Johnson, nel suo discorso alla nazione l'ha definito "l'alba di una nuova era. Per molti la Brexit è una meravigliosa speranza, altri avvertono un senso di ansietà. Un terzo gruppo, il più grande forse, è sollevato per la fine della lotta politica", aggiungendo: "La strada della Ue si è evoluta negli ultimi 50 anni in una direzione che non si addice più al Regno Unito. Ora restituiremo sovranità al Paese sul controllo dell'immigrazione, commerci, legislazione. Una scelta che il popolo ha confermato per due volte". Prima con il referendum del 2016, poi con il recente voto alle Politiche che ha spianato la strada all'addio all'Ue ratificato dal sospirato accordo con le istituzioni comunitarie dopo una lunghissima trattativa.

Prodi: "Brexit? La Gran Bretagna avrà problemi e tornerà"

Alla fine, chi ha votato per il "remain" ha dovuto arrendersi all'evidenza. Eppure, c'è chi spera di poter rientrare. Non solo gli indipendentisti scozzesi, pronti a dare battaglia per tornare al più presto in Europa. Ma anche chi ha coltivato a lungo il "sogno europeo": Romano Prodi. L'ex premier, negli ultimi anni, ha assistito dal suo punto di vista privilegiato alla crisi dell'Unione, sempre più divisa e incapace di dare una risposta ai grandi problemi internazionali, geo-politici ed economici. Ospite a Torino delle celebrazioni per i 110 anni di Confindustria, il "Professore" ha detto la sua sulla Brexit. "Non è una bella giornata per l'Europa, perchè la Gran Bretagna rappresentava molto in Europa sia dal punto di vista politico, della ricerca scientifica e della finanza però è sempre stato il paese inquieto" della Comunità, diventata Unione dopo la ratifica del Trattato di Maastricht. Prodi ha parlato di "anni belli ma faticosissimi nei rapporti con la Gran Bretagna". Il motivo? "Per ogni decisione - il commento dell'ex premier - c'era sempre da discutere l'eccezione". Quindi la previsione: "Sono convinto che avranno problemi e che tra 15 o 20 anni torneranno".

L'assist al governo del "Professore"

Ma Prodi, a margine della festa di Confindustria, presso le officine Ogr, ha parlato anche d'altro. In primis della situazione economica, poco florida dopo il crollo del Pil nell'ultimo trimestre 2019 confermato dall'Istat. "Io penso che questo rallentamento sia temporaneo, c'è stato e non ci voleva anche questo Coronavirus a complicare le cose. Dobbiamo essere ottimisti e avere fiducia - ha aggiunto - perchè le crisi passano, ma se abbiamo un disegno forte vinciamo". Insomma, un assist in piena regola al governo.

Boccia: "Brexit opportunità per l'Italia"

Se Prodi analizza la Brexit in chiave negativa, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia la pensa diversamente. "Potrebbe essere una grande opportunità per l'Italia per attrarre investitori che hanno necessità di afforontare il mercato europeo". Per il leader di Viale dell'Astronomia, infatti, il nostro Paese "potrebbe diventare un grande hub, tra l'altro la posizione geografica dell'Italia è particolarmente interessante.

Dovrebbe diventare diventare anche un hub 'geoeconomico', cioè un'Italia centrale tra Europa e Mediterraneo, un'Italia che accoglie e attira investitori". A patto di "ricostruire una centralità dell'incremento del lavoro mediante le imprese e le fabbriche" e nel quadro di "una politica economica coerente e un Paese capace di attrarre investimenti".

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