Il buco nero delle misure. "Nessun risarcimento alle attività danneggiate"

L'opposizione incalza, per Conte il pacchetto è "adeguato". Speranza: "Problema trasporti c'è"

Il buco nero delle misure. "Nessun risarcimento alle attività danneggiate"

Con toni diversi il centrodestra critica le nuove regole anti Covid del governo, chiede più collaborazione con le opposizioni e, soprattutto, critica la mancanza nell'ultimo Dpcm del necessario sostegno alle categorie maggiormente colpite dagli effetti economici della pandemia. Questo, mentre il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi, respinge ogni obiezione: «Noi abbiamo il dovere prioritario di tutelare la vita e la salute dei cittadini, oltre a evitare che l'economia vada a rotoli. Le nostre misure sono nel segno dell'adeguatezza e della proporzionalità».

Così non la pensano nel centrodestra e la più agguerrita è la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: «Dopo 9 mesi - attacca- di poteri speciali e copiose task force i grillopiddini ancora brancolano nel buio. Soluzioni ridicole, pensate per devastare interi settori della nostra economia senza risolvere alcun problema. La misura è veramente colma».

Per Matteo Salvini, alla ricerca di una nuova veste più moderata, «i mesi passati insegnano che l'Italia ha bisogno che tutti lavorino insieme, nella stessa direzione». Ancora un appello alla concertazione tra maggioranza e centrodestra, mentre per il capo della Lega il governo torna «al passato, coi decreti partoriti a mezzanotte e in vigore la mattina dopo, senza che nessuno ne sappia niente. Gli imprenditori, i sindacati, i sindaci, gli insegnanti chiedono di essere ascoltati».

Impedire un nuovo lockdown dev'essere il primo obiettivo, avverte il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani: «Sarebbe problematico per l'economia chiudere migliaia di imprese, che si aggiungerebbero a quelle che hanno già chiuso durante il lockdown. Sarebbe un colpo mortale per la nostra economia. Quindi servono misure che permettano all'economia di andare avanti».

Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi parlamentari azzurri, vede nel Dpcm del governo «un concentrato di confusione e di omissione», ispirato alla filosofia del «chiudete e arrangiatevi». Il problema è che nulla viene discusso con le opposizioni, insiste, e mancano aiuti alle imprese «costrette ad abbassare le saracinesche e ai lavoratori che finiranno a ingrossare le fila dei disoccupati a causa di questo lockdown dolce». Per Mulé, «così l'Italia affonda».

La preoccupazione per le imprese e i posti di lavoro viene espressa anche da Mara Carfagna, vicepresidente azzurra della Camera che negli ultimi giorni ha ripreso il suo atteggiamento critico verso la gestione del partito, avvicinandosi a Giovanni Toti. «Molte attività ricevono oggi due brutte notizie: la chiusura serale anticipata e l'entrata in vigore definitiva del dl Agosto, che farà ripartire l'invio delle cartelle esattoriali. Il governo ha già ignorato i nostri inviti a rinviare ulteriormente il pagamento delle imposte arretrate, adesso non può trascurare il calo degli introiti che sarà provocato dal nuovo Dpcm. Serve un intervento immediato per risarcire gli esercizi colpiti dalle nuove restrizioni».

Tra i governatori del centrodestra, il presidente leghista della Lombardia Attilio Fontana appare conciliante, ma anche lui sollecita un sostegno alle attività in crisi: «Come Regioni non abbiamo avuto nulla da obiettare, l'unica cosa che abbiamo richiesto in maniera abbastanza forte è stata quella di compensare con risorse economiche le riduzioni che verranno poste a carico di qualche attività, perché altrimenti rischiano di chiudere». Da FdI Francesco Lollobrigida rilancia l'allarme di Federalberghi per il settore del turismo e Augusta Montaruli avverte che con il Dpcm «rischia di essere spazzato via l'intero settore delle cerimonie».

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite in serata a DiMartedì, fa una mezza marcia indietro sulle «segnalazioni» in cui confida per le feste private troppo affollate: «Nessuno ha mai parlato di delazione, non appartiene alla nostra cultura».

Però ha ammesso che sì, per autobus, tram e metro c'è da fare qualcosa: «Il problema trasporti esiste e non può essere sottovalutato. Penso però che ci siano altre strade che devono essere seguite», come «l'idea di aumentare lo smart working e quella di differenziare gli orari di accesso alle scuole e anche negli uffici».

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