"Ci siamo solo suicidati": i grillini "pentiti" del voto

Dopo il no al processo per Salvini, montano i malumori tra i parlamentari M5S. Gli attivisti pronti a lasciare Rousseau

"Ci siamo solo suicidati": i grillini "pentiti" del voto

La svolta "garantista" disorienta i 5 Stelle, da giorni preda di mal di pancia e malumori che ribollono sotto la coltre di sorrisi e rassicurazioni dei grillini di governo. E il voto in Giunta, che ha oggi negato l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, non ha fatto che peggiorare la situazione.

"Con questi vertici non vinceremo mai", dice un esponente dell'ala ortodossa all'Adnkronos. "Ha ragione Travaglio, è stato un suicidio politico", si sfoga un altro deputato con la stessa agenzia, "Un voto dirimente per il destino del Movimento. Abbiamo consentito a Salvini di essere il protagonista della nostra piattaforma per un giorno. Lui non ha dovuto fare niente, il suo nome è stato per 24 ore sulla bocca di tutti".

E la stessa fonte rivela che l'effetto sul M5S potrebbe essere ancor più devastante di quanto si immagini. "Tanti attivisti in queste ore ci scrivono perché vogliono riprendersi il Movimento", spiega. Aggiungendo che in molti stanno persino pensando di cancellarsi dalla piattaforma Rousseau per dare un segnale.

Gli ex attivisti, intanto, "assediano" Beppe Grillo. Il guru e fondatore del movimento è stato nuovamente contestato prima dello spettacolo Insomnia a Roma. Davanti al teatro Brancaccio sono apparsi dei cartelli che accusano l'ex comico di aver lasciato il timone in mano al Carroccio: "Da mai con i partiti ad alleati di governo della lega ladrona: il cambiamento", si legge. E ancora. "Ci hai venduti a Casaleggio".

E mentre il grillino "di lotta", Alessandro Di Battista sembra essersi chiuso in uno "strano" silenzio, i malumori non sono stati celati nel corso dell'ultima assemblea. Soprattutto quando Paola Taverna ha avvisato i dissidenti, sottolineando come chi non concorda con le scelte del movimento possa sempre dimettersi. Già in una precedente riunione, raccontano, Taverna avrebbe provato a mettere 'in riga' i nuovi arrivati: "Ma in quale azienda uno assunto da 6 mesi pretende di avere la stessa voce in capitolo di uno che sta lì da anni", avrebbe esclamato, apprende l'Adnkronos da fonti parlamentari, la senatrice romana incassando l'apprezzamento dei vertici.

Certamente i toni usati ieri da Taverna non sono piaciuti alla deputata Doriana Sarli. "Talebani... così ci hanno definito in assemblea", ha raccontato, "Io non sono talebana, non voglio portare avanti il bagaglio politico e culturale dell'Islam. Forse mi definirei più coerente con dei principi che mi sembrano alla base del nostro progetto politico. Ora in Parlamento siamo minoranza fuori non credo. Ma è ovvio che una riflessione va fatta. Sia personale che politica".

Per Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura, vicino a Roberto Fico, occorre ripartire dal 41% che ha votato per mandare Salvini a processo. "Il 41% degli iscritti al M5S chiedono ai vertici un cambio di passo e il ritorno ai principi del M5S", scrive il deputato su Facebook. E avverte: "C'è qualcuno che dice che il 41% deve andarsene, qualcun altro vuole etichettare il 41% come dissidenza. Io so invece che il 41% e pronto a mobilitarsi e vuole chiedere conto della direzione di questo governo, vuole più coerenza".

E ora, data ormai per scontata una nuova 'Caporetto' alle regionali in Sardegna ("Francesco Desogus farà un risultato nelle sue possibilità", ha messo le mani avanti Di Maio), i vertici provano a rilanciare il progetto 5 Stelle dotando il Movimento di una nuova forma. Il M5S "deve avere un'organizzazione permanente a livello territoriale e nazionale", ha scandito il capo politico, parlando di una struttura "verticale" focalizzata sui temi. Idea apprezzata da gran parte della compagine parlamentare, anche se non mancano i distinguo. A partire dal rapporto - tutto da chiarire - con le liste civiche.

Tant'è vero che Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, ha messo in guardia dalle insidie legate a un rapporto troppo 'disinvoltò con le civiche: "Bisogna stare attenti - ha detto in assemblea il senatore grillino - perché in tanti puntano a salire sul carro del vincitore".

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