Stanno allertando le procure di Spagna e di mezza America latina le esplosive dichiarazioni in terra di Spagna di Hugo «il Pollo» Carvajal, l'ex capo dell'intelligence militare del defunto Hugo Chávez in merito ai finanziamenti illegali del Venezuela ad una serie di partiti occidentali, tra cui in Italia il Movimento 5 Stelle. Non appena i giornali dell'Argentina le hanno portate a conoscenza dell'opinione pubblica del paese del tango, un magistrato, Carlos Stornelli, ha richiesto alla procura presieduta dal giudice federale Julián Ercolini di farsi mandare da Madrid tutta la documentazione riguardante il finanziamento illecito di Caracas al kirchnerismo. In tutto 21 milioni di dollari inviati, tramite valigette, su altrettanti voli dal Venezuela a Buenos Aires. «Ciò che non si sapeva sinora è che questa valigia (il riferimento è ad un bagaglio sequestrato all'aeroporto di Ezeiza, in quel di Buenos Aires, al faccendiere Guido Antonini Wilson nel dicembre 2007, ndr) era al suo ventunesimo numero di volo, con 20 consegne precedenti da 1 milione di dollari ciascuno e filate lisce come l'olio in quanto sono stati pagati funzionari aeroportuali argentini che li lasciarono passare senza fare storie», ha confessato testualmente agli inquirenti iberici «Il Pollo», come risulta da un atto giudiziario pubblicato dai media spagnoli.
Da una settimana buona, dunque, la giustizia argentina - e questo nonostante il kirchnerismo sia al potere si è attivata, dando un seguito alle dichiarazioni dell'ex capo degli 007 chavisti. Sulle sponde del Rio de la Plata la chiamano «obbligatorietà dell'azione penale» e, a quanto è dato vedere, laggiù di questa norma sembrano proprio tenere conto. Una celerità doverosa, non solo per il rispetto della legge, ma soprattutto perché oggi Carvajal potrebbe «cantare» le sue ultime verità sugli ingenti ed opachi finanziamenti del chavismo al partito di governo Podemos in terra iberica, per poi essere imbarcato, a quanto tutto lascia intendere, dopodomani su un aereo messo a disposizione dalle autorità statunitensi, che lo reclamano per narcotraffico internazionale in quel di New York. Sempre in questi giorni la Commissione di Vigilanza del Parlamento dell'Ecuador guidata dal deputato Fernando Villavicencio ha iniziato un'approfondita richiesta di informazioni «altamente sensibili» sulla sottrazione di due miliardi di dollari attraverso la società ecuadoriana Fondo Global de Construcción, diretta da Álvaro Pulido, partner di Álex Saab. Sul primo, inserito da Washington tra i «most wanted», pende una taglia da dieci milioni di dollari degli USA, mentre Saab indossa dal 16 ottobre scorso l'uniforme arancione dei carcerati a Miami. Da segnalare che proprio Saab è legato all'Italia, oltre che per la moglie, anche per un traffico illecito nel porto di Trieste di coltan tra chavismo ed alcuni prestanome italiani. Limitandoci ai casi di Argentina, Spagna ed Ecuador, risulta stupefacente che in Italia, almeno per quanto ci è dato sapere, né la giustizia né le Camere si siano attivate in modo serio, data la gravità dei fatti.
Dare per scontato come dicono i 5 Stelle che Carvajal nella sua collaborazione di giustizia con l'Occidente menta, non è credibile visto tutto ciò che questo rappresenterebbe per lui, ovvero un ergastolo garantito negli Stati Uniti.
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