Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, cosa pensa dell'allarme fatto risuonare da Alessandro Sallusti sugli attacchi mediatici ad Arianna Meloni?
«L'articolo del direttore de il Giornale ha il pregio della chiarezza e mette correttamente in fila una serie di vicende quantomeno preoccupanti, fatti che vanno tutti in un'unica direzione. Nonostante le smentite dell'interessata stiamo leggendo una serie impressionante di fake news. L'obiettivo? Dimostrare che Arianna Meloni avrebbe una influenza decisiva sulle nomine che fa il governo. Tanto per essere chiari la narrazione di queste vicende sembra costruita per arrivare alla conclusione che i suoi supposti comportamenti - in realtà inesistenti - configurerebbero un traffico di influenze».
Matteo Renzi oggi vi accusa di voler vedere i fantasmi.
«Io credo che il direttore Sallusti abbia fatto molto bene a denunciare quella che non è affatto fantascienza, come si sono affrettati a sostenere Renzi o la Paita, due di coloro che hanno buttato per primi il sasso nello stagno per poi ritirare la mano e dare del visionario a chi denuncia l'accaduto. Sallusti ha avuto il pregio non solo giornalistico ma anche civile di denunciare una serie di comportamenti barbari che vanno a colpire una persona non potendone colpire un'altra. Sì, perché questa serie orchestrata di attacchi ha come fine ultimo e vero quello di tentare di colpire e di azzoppare Giorgia Meloni».
Lei crede davvero che si stiano creando le condizioni per il passaggio dal piano mediatico a quello giudiziario?
«Se è vero che non c'è nulla da trovare perché non c'è nulla di vero in ciò che è stato denunciato, è altrettanto vero che la calunnia è un venticello che se non viene fermato rischia di travolgere chiunque. È un dato di fatto che una campagna stampa può creare quell'humus per definire una supposta notizia criminis e fare in modo che un pm scenda in campo, magari spedendo un avviso di garanzia».
Ha avuto modo di parlare con Arianna Meloni?
«Non ho parlato con lei perché rispetto i momenti che dovrebbero essere di vacanza e non di preoccupazione. Sono certo della sua tranquillità perché male non fare paura non avere è ciò che distingue Arianna dai suoi detrattori, artefici dei soliti rituali e disegni che si prefiggerebbero il compito di sovvertire o di tentare di sovvertire un risultato elettorale, quello del settembre di due anni fa, con il quale gli italiani hanno mandato in pensione tanti lobbisti, affaristi, traffichini e politici a fine corsa».
Dal traffico di influenze al pericolo di reiterazione di reato. È necessario a livello legislativo intervenire per restringere il perimetro di indefinitezza dell'azione giudiziaria?
«Una definizione più precisa delle norme è sempre necessario che sia oggetto di studio e può essere sempre possibile, ma il vero problema penso sia di altra natura e cioè: se una norma viene comunque piegata rispetto a quella che era la sua propria essenza, per fini diversi, che potremmo definire metapolitici, allora non c'è norma che tenga perché si troverà sempre qualcuno che sarà disposto a darne una interpretazione ultronea rispetto al suo significato proprio. Ciò che non deve accadere è l'utilizzazione impropria della norma con una interpretazione capziosa e fuorviante che realizza tutto meno che un fine giuridico e cioè la finalità per cui è stata introdotta nell'ordinamento».
Cosa la amareggia di più della vicenda Arianna Meloni?
«Ci sono alcuni silenzi, alcune mancate solidarietà ad Arianna Meloni che dimostrano in maniera evidente che siamo in presenza di una sinistra che magari non avrà mai
agitato il cappio in Parlamento ma rimane forcaiola con gli avversari e dedita all'assoluzione a prescindere dei propri commensali. Di Renzi non parlo perché su di lui si sono già espressi in maniera tombale gli italiani».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.