Campi Flegrei, i dubbi sul piano di fuga

Cantieri e traffico nelle vie dell'evacuazione. Scuole chiuse, emergenza provinciale

Campi Flegrei, i dubbi sul piano di fuga
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Stavolta è stato diverso. Non le «solite» scosse dei Campi Flegrei. La terra ha tremato per 150 volte in poche ore, arrivando a 4,4 gradi di magnitudo (il massimo livello degli ultimi 40 anni). Uno sciame sismico estenuante: la gente è scesa in strada nel cuore della notte. Tutti con la valigia pronta da mesi nel bagagliaio delle auto e con i nervi a pezzi.

Sgomberate 39 famiglie a Pozzuoli, dove sono stati registrati danni in alcuni edifici. Evacuato il carcere femminile: le detenute sono state trasferite in altri istituti penitenziari. Dichiarata l'emergenza provinciale, allestite brandine e tende sul lungo mare. Chiuse le scuole, che non riapriranno nemmeno oggi.

Chi ha potuto è salito in auto ed è scappato: del resto da mesi ognuno sa esattamente cosa deve fare, qualche via deve imboccare a seconda del quartiere in cui abita. Un piano «perfetto» sulla carta che, tuttavia, ha già scricchiolato nella prova dell'altra notte. C'è una componente che non è stata considerata nella stesura delle vie di fuga: il panico della gente, che rende qualsiasi programma più scriteriato di come sia stato pensato.

«Abbiamo trovato cantieri e traffico nelle vie di fuga» hanno denunciato alcuni cittadini, ben consapevoli che ci sarà un'altra notte in cui si sveglieranno per fuggire. «Svegliarci? Qui non dorme più nessuno da mesi, nemmeno i bambini» denuncia Antonella, 55 anni. Già nemmeno i bambini. Gli psicologi stanno rilevano un livello di stress anomalo nei più piccoli: hanno disturbi del sonno, fanno la pipì a letto e non vogliono andare a scuola. Sentono la tensione che serpeggia tra le case e crea crepe invisibili nella vita di tutti i giorni. Anche quando non succede nulla.

«La gente non vada nel panico - interviene il prefetto, Michele Di Bari - Siamo al lavoro: la macchina ha funzionato». «È pronto un piano di evacuazione anche per Napoli - spiega il sindaco Gaetano Manfredi - Dobbiamo gestire l'emergenza cercando di mantenere la normalità». Sul posto sono arrivati funzionari tecnici da Molise, Lazio e Puglia, 63 i sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco.

Nonostante il decreto sui Campi Flegrei già approvato lo scorso anno, il premier Giorgia Meloni presiederà un vertice interministeriale a Palazzo Chigi «per programmare eventuali ulteriori interventi da parte del governo, dopo quelli già promossi e in corso di attuazione». L'attenzione è massima. E la domanda che tutti si fanno è: cosa dobbiamo aspettarci? Il sindaco di Napoli ha spiegato che il terremoto dell'altra notte «è totalmente coerente» con la mappa scientifica del rischio elaborata a livello nazionale. La scossa di magnitudo 4.4 «è tra le più importanti di quelle che si possono verificare, ma quello che dicono gli studiosi è che sopra 5 non è possibile».

Questa è la speranza di tutti ma l'inquietudine è alta e sale a vedere l'acqua del lago d'Averno a Pozzuoli che ribolle. Un fenomeno comune, dicono i vulcanologi, dove le variazioni di pressione e temperatura che possono portare alla liberazione di gas intrappolati nel sottosuolo.

C'è un altro aspetto (burocratico) che inquieta: la mancata approvazione del sisma bonus, necessario per la messa in sicurezza anti-scosse delle case private. «L'ennesima scossa di terremoto invita ad una profonda riflessione - spiega Antonello Fiore, presidente nazionale Società Italiana di Geologia Ambientale -.

Chiediamo una prevenzione dei rischi geologici, attraverso politiche e programmi pluriennali di interventi strutturali sugli immobili di proprietà pubblica e la promozione di forme di incentivo, finalizzate alla riduzione della vulnerabilità degli edifici privati, adottando criteri di priorità e di premialità, nonché misure di semplificazione delle norme vigenti in materia edilizia e discipline procedimenti correlati». Molti hanno lasciato la propria casa da mesi, quelli che hanno potuto, s'intende. Gli altri hanno cercato di vendere, devastati dalla convivenza forzata con le scosse. E la psicosi terremoto è più che comprensibile.

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