Alla canna del gas per colpa nostra

La crisi energetica che sta travolgendo l'Europa non è causata dal conflitto, sebbene ne dipenda, ma dalla scelleratezza delle politiche energetiche dei Paesi, che hanno indebolito la capacità di provvedere al fabbisogno di cittadini e imprese

Alla canna del gas per colpa nostra

La crisi energetica che sta travolgendo l'Europa non è causata dal conflitto, sebbene ne dipenda, ma dalla scelleratezza delle politiche energetiche dei Paesi, che hanno indebolito la capacità di provvedere al fabbisogno di cittadini e imprese. Ovviamente, adesso è la Russia a dare le carte, forte di una dipendenza costruita negli anni con la nostra connivenza. Gli acchiappavoti nostrani puntano il dito sulla scelta di difendere l'Ucraina, quasi che fosse un'opzione. Però da qualsiasi parte la si guardi l'invasione non era in alcun modo tollerabile. No, le responsabilità sono altre e stanno tutte in casa nostra, che sia Roma, Berlino, Parigi o Bruxelles.

Già al tempo delle primavere arabe targate Obama/Clinton, che avrebbero fatto emergere Erdogan e Putin dalle acque del Mare Nostrum, la Francia destabilizzava la Libia nonostante le resistenze del governo Berlusconi, che poi le avrebbe pagate a stretto giro, strozzando prima e rendendo altalenanti poi i flussi del gas libico: meno male che c'è quello russo, si disse. Poco dopo la Germania, cogliendo al balzo l'occasione di Fukushima servita su un piatto d'argento, approfittò per uscire dal nucleare e legarsi mani e piedi al gas russo, coronando il lavoro di anni dell'ex cancelliere Schroeder. Ma facendo infuriare gli americani, che vedono come il mondo sia fatto a blocchi e sanno che le due sponde del lago sono destinate a stare dalla stessa parte.

Da noi, il gasdotto TAP vedeva la luce nonostante l'ostruzionismo dei 5S e del Pd locale, ma non andava altrettanto bene per le fonti nazionali, col governo giallo-verde che sospendeva le trivellazioni e aumentava il prezzo delle concessioni fino a portare il nostro gas fuori mercato.

Un decennio di evidenti politiche a favore della dipendenza da Mosca, ammantate però da un'assurda retorica ambientalista da bar che vagheggia di TWh da rinnovabili, che non sono disponibili e quand'anche lo saranno comunque non sarebbero sufficienti. Tuttavia, una narrazione molto efficace a far crollare gli investimenti in ricerca di nuovi giacimenti oil&gas.

Tornando alla guerra, dov'era Bruxelles mentre qualcuno soffiava sui carboni fino a farli incendiare e portare scompiglio dietro casa? Si invoca la diplomazia come soluzione e invece serviva a prevenire. Se non sei autosufficiente devi almeno stare all'erta, consapevole che un conflitto con chi ti dà il gas è l'ultima cosa che puoi reggere. La crisi non viene dalla guerra ma «con» la guerra, per la debolezza strutturale costruita negli anni, magari con interessi inconfessabili di alcuni, grazie però ai cittadini europei persuasi di avere tutto a portata di mano. Adesso avranno un intero inverno per riflettere che al mondo ci devi stare alle regole del mondo, non illudendoti di imporre le tue.

L'energia è, con l'acqua, l'accesso al mare per le flotte e le difese naturali dalle invasioni, uno dei fondamenti della politica estera. Prima di salvarlo, il mondo, devi assicurati di poterci stare in autonomia e sicurezza.

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