Cantone: "Non è colpa dei controllori se l'Expo è in ritardo"

Il commissario anticorruzione respinge al mittente le polemiche

Cantone: "Non è colpa dei controllori se l'Expo è in ritardo"

Non le manda certo a dire il commissario anticorruzione Raffaele Cantone. In un'intervista a Repubblica sottolinea un concetto a cui tiene molto: "Nessuno pensi di voler addebitare all’Anac ritardi le cui cause sono sotto gli occhi di tutti". Ovviamente si riferisce ai ritardi nei lavori per l'Expo, che aprirà i battenti il 1° maggio 2015. "Noi non entriamo nel merito dell’opportunità di fare le opere. Non so se l’Albero della vita si farà e come, ma nessuno può o deve dire che se non è ancora partito la colpa è dell’Anac. A oggi - spiega - non abbiamo neanche mai visto una proposta di bando, e su questa vicenda abbiamo fatto riunioni anche in pieno agosto. Il gioco del cerino è molto in voga in Italia ed è pericoloso, ma stiamo rispettando tempi strettissimi per i controlli che comunque non potranno mai essere subordinati all’esigenza di fare in fretta".

Il "giochino" tipicamente italiano cui fa riferimento Cantone è questo: arrivare in extremis senza fare nulla (o quasi). E subito dopo, con la scusa dell'emergenza, agire senza rispettare le regole (e quindi senza troppi controlli). Tutto sulla base dell'emergenza. Ora, continua Cantone, "si è strutturato un meccanismo di gestione degli appalti più forte", "la macchina si è messa a regime e c’è attenzione agli aspetti formali e sostanziali. Il 3 ottobre firmeremo una convenzione con l’Ocse, che metterà una sorta di bollino blu sui nostri controlli anticorruzione e ci darà altre indicazioni. È la prima volta che accade e per me è la soddisfazione più grande".

Per il commissario anticorruzione c'è comunque "il rischio" che si arrivi ad affidamenti diretti, e "abbiamo espresso notevoli perplessità" su alcune commesse rilevanti. Cantone tiene inoltre a far sapere di avere ottimi rapporti con la Procura.

"Condivido - osserva infine sulla polemica scoppiata in

538em;">Emilia Romagna sulle primarie azzoppate dall'inchiesta della procura di Bologna sulle spese pazze in Regione - l’idea che la politica non dipenda dalle scelte dei pm ma la politica deve saper scegliere candidati specchiati".

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