Papa Francesco è preoccupato per la situazione in Afghanistan, all'indomani del ritiro definitivo delle truppe statunitensi e dei loro alleati Nato, con il ritorno al potere del movimento talebano. Domenica, al termine dell'Angelus, aveva chiesto preghiere per il popolo martoriato dopo l'arrivo dei talebani e i continui attacchi da parte dello Stato islamico, e aveva invitato al digiuno. Bergoglio è tornato sulla delicata situazione del paese asiatico, dopo il ritiro dell'ultimo militare Usa. «Da quanto si vede - non voglio giudicare - tutte le eventualità non sono state prese in considerazione», ha scandito il Pontefice in una intervista alla radio cattolica spagnola Cope, che ha diffuso alcuni stralci del lungo intervento di un'ora e mezzo che andrà in onda questa mattina.
La popolazione, ha osservato Francesco, è stata «lasciata a se stessa». Il Papa argentino si è detto sicuro che il Vaticano stia muovendo i suoi diplomatici per cercare di impedire rappresaglie tra la popolazione e i talebani. «Sono certo che lo stia facendo la Segreteria di Stato», ha assicurato. «Il Vaticano può muoversi nella nuova mappa politica e la diplomazia può intervenire affinché non ci siano rappresaglie contro la popolazione?», ha chiesto Carlos Herrera, giornalista di Cope, rivolgendosi al Papa. «Sì - risponde Bergoglio senza mezzi termini - e infatti sono sicuro che la Segreteria di Stato lo sta facendo». «Perché lasciarli al loro destino?», incalza il giornalista. «No, il modo in cui si negozia una dimissione, un'uscita... Da quello che possiamo vedere qui, sembra - non voglio giudicare - che non tutte le eventualità siano state prese in considerazione», ha precisato il Papa.
Anche l'Osservatore Romano ha dedicato la prima pagina all'emergenza afghana. «Non dimenticare chi è rimasto», titola il quotidiano della Santa Sede, ricordando che «si è chiusa un'epoca» con «la guerra più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti» lasciandosi alle spalle «un Paese ripiombato nel caos». «Per gli afghani costretti a rimanere nel Paese sotto il nuovo' regime dei talebani la vera emergenza comincia adesso», ha sottolineato l'organo vaticano.
In una anticipazione dell'intervista alla Cope, rilasciata due giorni fa, Francesco aveva confessato di essere stato salvato da un infermiere, Massimiliano Strappetti, dopo l'operazione al colon subita dal Papa al Policlinico Agostino Gemelli. «Un infermiere mi ha salvato la vita - ha detto - e questa è la seconda volta che accade», ricordando che la prima volta fu invece nel 1957 quando una suora italiana, disattendendo le disposizioni dei medici, cambiò cura all'allora seminarista argentino colpito da una polmonite.
Parlando invece delle insinuazioni su possibili dimissioni, sollevate da ambienti ultraconservatori ostili al Pontefice, Francesco ha risposto: «Ogni volta che il Papa è malato, si alza una brezza o un uragano di Conclave».
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