"Cara Boschi, perché non fa un passo indietro?"

La giornalista Luisella Costamagna attacca il ministro Boschi per il coinvolgimento di suo padre nel caso Banca Etruria e chiede la sua testa

"Cara Boschi, perché non fa un passo indietro?"

Luisella Costamagna contro Maria Elena Boschi. La giornalista "santorina" sul Fatto Quotidiano accusa il ministro delle Riforme di non aver detto (tutta) la verità a dicembre quando si salvò dal voto di sfiducia. Suo padre Pier Luigi, infatti, entrò per la prima volta nel cda della banca nel 2011, poi nel 2014 fu rieletto e venne nominato vicepresidente di Banca Etruria e quindi la colpa del crack è anche sua, non solo delle "generiche gestioni precedenti".

La Costamagna ricorda, poi, la multa di 144mila euro inflitta a Pier Luigi Boschi per"violazioni di disposizioni sulla governance, carenze nell'organizzazione, nei controlli interni e nella gestione nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazioni alla vigilanza". Quindi: "In attesa dei nuovi sviluppi della procura (...), ora si scopre che la persona perbene, senza deleghe operative - Costamagna cita la Boschi in Aula - si dava un gran da fare con l'ex presidente Rosi (indagato di conflitto d'interessi) per cercare il nuovo direttore generale". E, come si è scoperto, lo faceva incontrando personalità come il massone Flavio Carboni.

La Costamagna dopo aver ripercorso la carriera di Boschi senior e dei suoi amici d'affari, rivolge un messaggio al ministro: "Cara Boschi, qui però, più di quella di suo padre, conta la sua onorabilità e credibilità. Ed è un fatto che sia gravemente compromessa. Per le sue mancate verità davanti alla Camera, per il conflitto d'interessi che lei stessa ha ammesso uscendo dai cdm che approvavano i 2 decreti per salvare (anche) la banca di suo padre".

Infine, l'ultimo affondo: "Suo padre risponderà eventualmente alla giustizia, lei deve rispondere agli italiani e tutelare l'istituzione che rappresenta. Perché - conclude la Costamagna - invece di trincerarsi dietro a sessismo, maldicenze, invidia, non fa quello che suggerì al ministro Annamaria Cancellieri: un passo indietro?".

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