Parla di Ilva, di Venezia, di Conte e di legge elettorale; ma anche di Draghi, Salvini, di Europa, di giustizia e di Forza Italia. È un Silvio Berlusconi a tutto campo quello che, in una chiacchierata con il direttore del Foglio traccia il suo manifesto politico e fa qualche previsione per il futuro. «Temo che Conte durerà fino all'elezione del capo dello Stato - confessa - Anche se per i giallorossi sarà difficile resistere all'ennesimo avviso di sfratto in caso di loro sconfitta in Emilia Romagna e in Calabria». La premessa è che «chi ha dato vita a questo governo lo ha fatto per impedire alla maggioranza naturale degli italiani, che è il centrodestra, di andare al governo».
Aleggia lo spettro di Draghi, nel caso Conte affondasse; un nome speso anche per il Colle. Ma il Cavaliere non cade nel tranello: «Il suo profilo lo rende adatto a qualunque incarico ma è inutile e irrispettoso discutere della successione a Mattarella mentre sta svolgendo il suo compito con autorevolezza, prestigio ed equilibrio». Nessuna cortesia istituzionale, invece, per «il governo più a sinistra della Repubblica». Basti guardare ai danni che sta facendo sul caso Ilva: «Fa una politica antindustriale, nemica dello sviluppo, della crescita e dell'occupazione. Credono ancora che i problemi ambientali si risolvano chiudendo le fabbriche». E ancora, su Taranto: «Ora ne pagheremo tutti il prezzo, se davvero lo Stato interverrà con soldi pubblici. Nel XXI secolo sentir parlare ancora di nazionalizzazioni è un ritorno al passato incredibile, vergognoso, sconcertante».
Berlusconi non fa sconti alla classe politica, specie dopo essere stato a Venezia per toccare con mano il dramma di una delle città più belle del mondo. «Sconcertante che il Mose sia fermo da anni. Si sarebbe potuto fare i processi, se del caso, e nel contempo continuare a lavorare, con una gestione diversa». Ma su Venezia garantisce la sua discesa in campo diretta: «Chiederò ai miei colleghi in Europa di fare qualcosa per aiutare i veneziani». Già, l'Europa; terreno che sta molto a cuore al Cavaliere dove si batte, tra l'altro, per far entrare nella famiglia del Ppe lo storico alleato leghista: «Sarei felicissimo che facessero propria la carta dei valori del Ppe, un testo che ho riscritto io». Ma Salvini non è troppo anti euro? Il leader di Fi lo nega con forza: «Salvini ha chiarito più volte che l'ipotesi di uscire dall'euro non esiste». Ma l'obiettivo numero uno, in Europa, per adesso è un altro: «rompere lo schema consociativo con la sinistra e realizzare una maggioranza tra popolari, liberali, conservatori, e la parte responsabile dei sovranisti, di cui la Lega ovviamente è espressione».
Anche sul sovranismo Berlusconi mette i puntini sulle «i». «Se significa orgoglio della nostra identità il primo sovranista sono io; se è nazionalismo, allora va combattuto in tutti i modi». E sul tema c'è pure una risposta a Mara Carfagna, attuale spina nel fianco azzurro: «La stimo, la apprezzo ed è una risorsa di Fi; ma non capisco perché debba esprimere le sue critiche sui giornali e sulle agenzie di stampa anziché nei luoghi decisionali di Forza Italia».
Un partito che non va certo archiviato ma affiancato da Altra Italia: «Movimento che vuole ridare cittadinanza nella vita pubblica a quei 7 milioni di italiani che non votano più ma che si definiscono liberali, cattolici, moderati». E da qui verrà fuori il nuovo Berlusconi: «Uno o una di loro, al momento opportuno, assumerà la funzione di leader».
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Stato-mafia dice: «Mi rifiuterei di rivolgere la parola a chi fa delle affermazioni così vergognose e lesive del mio onore». E oggi il Cavaliere farà di nuovo sentire la sua voce a Etna19, meeting nazionale azzurro di Forza Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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