Carriere separate per i giudici e l'accusa. È pronto per il Cdm il testo. "Nordio-Meloni"

Poche parole pronunciate dalla premier nel corso di un'intervista a Maurizio Belpietro: "Nei prossimi giorni il testo arriverà in consiglio dei ministri"

Carriere separate per i giudici e l'accusa. È pronto per il Cdm il testo. "Nordio-Meloni"
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Poche parole pronunciate dalla premier nel corso di un'intervista a Maurizio Belpietro: «Nei prossimi giorni il testo arriverà in consiglio dei ministri». Finalmente, il disegno di legge sulla giustizia, che qualcuno già ribattezza Nordio-Meloni, verrà presentato e comincerà il suo faticoso iter. Dopo la riforma del premierato, ecco la separazione delle carriere: un testo annunciato da mesi, anzi da anni, ma che l'Associazione nazionale magistrati ha cercato in tutti i modi di far naufragare.

Il ddl tocca dunque la seconda parte della Costituzione, nel tentativo di allinearla al codice di procedura penale che nel 1989 ha introdotto il processo accusatorio, alla «Perry Mason».

Insomma, in aula abbiamo o dovremmo avere - perchè anche il codice ha subito innumerevoli modifiche - un duello fra accusa e difesa, perfettamente alla pari. Ma il pm, così come è oggi, non rappresenta solo l'accusa ma è indistinguibile dal giudice. Dunque, l'idea è quella di sganciarlo. Ecco dunque la separazione delle carriere e di conseguenza la creazione, che dovrebbe entrare nella norma, di due Csm. In realtà, a quanto si sa perchè le discussioni sono ancora in corso, la trasformazione non sarà completa. Non verrà toccato infatti il punto infiammato dell'obbligatorietà dell'azione penale. Nei sistemi anglosassoni l'azione penale é discrezionale, ma la premier non se l'è sentita di mettere mano a questo snodo fondamentale. Ancora, l'accesso alla professione verrà regolato con legge ordinaria. Questo vuol dire che, almeno per il momento, giudici e pm continueranno ad avere una formazione comune ed un unico concorso per superare la porta d'ingresso al mondo togato.

Si passerà in seguito a due concorsi? Impossibile azzardare previsioni, anche se il rischio è quello di una rivoluzione a metà, incompiuta e ibrida. C'è anche chi maligna, fermandosi sul calendario elettorale. Questa improvvisa accelerazione, dopo una lunga stasi, risponde alla necessità politica di una coalizione alla ricerca di un precario equilibrio: FdI ha avuto appunto il premierato, la Lega batte il tasto dell'autonomia differenziata, Forza Italia reclamava una svolta sulla giustizia. Il 20 o il 29 maggio - la data non è ancora chiara, anche se la seconda è più probabile - il cdm licenzierà il testo che passerà poi alle Camere per essere discusso e approvato.

Come per il premierato, si spera che si possa arrivare ad un dialogo positivo con l'opposizione o almeno con segmenti del centrosinistra, per elaborare un'architettura istituzionale condivisa. Il rischio, nel caso di un irrigidimento delle posizioni, è quello che si giunga infine al referendum. Proprio come potrebbe succedere per il premierato.

La sinistra e la magistratura hanno alzato le barricate: molti esperti sostengono che così il pm perderà la cultura della giurisdizione, che oggi gli appartiene, diventerà insomma un super poliziotto e soprattutto verrà schiacciato sotto il tallone dell'esecutivo.

Si aspetta dunque la «proposta», poi inizierà il negoziato che è facile prevedere tutto in salita.

Il compromesso, su un testo base che è già una via di mezzo, potrebbe essere quello di disegnare un solo Csm ma con due sezioni. Separazione delle carriere, ma non troppo. Un po' all'italiana. Sempre che si arrivi al traguardo finale.

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