Casal Palocco, lo youtuber è già libero

Matteo Di Pietro patteggia 4 anni e 4 mesi: niente carcere. Le parole in aula: "Provo dolore"

Casal Palocco, lo youtuber è già libero
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Quattro anni e 4 mesi per aver ucciso un bimbo di 5 anni. Sgomenta la mamma di Manuel Proietti, il ragazzino morto nel drammatico incidente di Casalpalocco, alla lettura della sentenza di patteggiamento che condanna Matteo Di Pietro per omicidio stradale aggravato.

Pena da scontare non in carcere, tantomeno agli arresti domiciliari. «Potrà beneficiare di pene alternative, come l'affidamento in prova ai servizi sociali» commenta il legale di parte civile, Matteo Melandri. Il 20enne alla guida del bolide che sfrecciava per le strade del quartiere alle porte di Roma, prima della sentenza chiede scusa alla famiglia Proietti.

«Sono distrutto, la mia vita da quel giorno è cambiata, voglio impegnarmi nel sociale». Insomma, lo youtuber del gruppo The Borderline alla guida di una Lamborghini Urus assieme a Gaia Nota, Vito «Motosega» Loiacono e Marco «Ciaffa» Ciaffaroni, a 124 chilometri orari per una challenge di 72 ore, vuole dedicarsi alla sicurezza stradale. Un paradosso. Si dice provato per il dramma provocato dalla folle corsa su via di Macchia Saponara, stradone che collega via dei Pescatori alla Cristoforo Colombo.

«Ha espresso le sue scuse, il suo dolore - spiega il suo legale, l'avvocato Antonella Benveduti, all'uscita dall'aula -. Ha riconosciuto la sua responsabilità, come aveva già fatto nell'interrogatorio, e ha espresso il suo desiderio di impegnarsi in progetti che riguardano la sicurezza sulle strade. Un obiettivo sociale». Senza parole la madre di Manuel, Elena Uccello, 28 anni, che quel maledetto 14 giugno 2023 rientrava a casa dopo aver preso dall'asilo i suoi due bambini. Sono le 15,45, la donna è su una Smart e va nella direzione opposta agli youtuber. È a 90 metri di distanza quando inizia la svolta a sinistra per via Archelao di Mileto. Il Suv sembra lontano ma in un istante la raggiunge e la centra sulla fiancata destra. Nessun segno di frenata. La Lamborghini sobbalza, la Smart si gira su stessa. Le immagini di una telecamera di sorveglianza sono chiare. La testimonianza del conducente di un bus conferma la dinamica. Di Pietro esce dall'auto, guarda attraverso il finestrino dell'utilitaria per accertarsi della condizioni dei passeggeri. Non tutti i suoi amici comprendono la gravità della situazione. Uno di loro riprende le auto distrutte, ride e continua a registrare per la diretta social. I primi soccorritori li prendono a parolacce e quando accorre sul posto il papà di Manuel si sfiora la rissa. Elena è incastrata fra le lamiere, la piccola è ferita. Manuel non reagisce. Qualcuno prova a rianimarlo in attesa dell'ambulanza. Non giungerà vivo in ospedale. Sul posto arriva pure uno sponsor, il concessionario che ha noleggiato la supercar per la challenge.

Una della tante sfide seguite dai 600mila followers del canale The Borderline.

Arriva lo zio di Di Pietro, si parla di soldi mentre sale la rabbia per quel gruppo di incoscienti che gareggia da ore in città. Zona il cui limite è di 50 chilometri orari. Ma il 20enne, che poco prima va oltre i 120 chilometri orari sulla Pescatori, non rallenta nemmeno quando glielo chiede l'amica seduta accanto.

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