Caso Maassen, scuse della Merkel: "Mi dispiace, l'ho gestito male"

Retromarcia della Cancelliera anche su Erdogan: no alla cena

Caso Maassen, scuse della Merkel: "Mi dispiace, l'ho gestito male"

Berlino Angela Merkel ha chiesto scusa. Davanti alle proteste dell'opposizione, all'imbarazzo degli alleati socialdemocratici (Spd), alle critiche della stampa e ai sondaggi in ulteriore peggioramento per il suo partito (la Cdu), la cancelliera ha ammesso di aver gestito male il caso Maassen. «Sono dispiaciuta che questo sia accaduto», ha dichiarato in conferenza stampa. Hans-Georg Maassen è l'ormai ex capo dei servizi segreti colpevole di aver contraddetto a mezzo stampa Merkel e tutto il governo sulla pericolosità delle marce della destra xenofoba nei giorni scorsi a Chemnitz. Merkel e la Spd volevano silurarlo, ma si sono scontrati con il veto del ministro degli Interni, il bavarese Horst Seehofer (Csu), che ha accettato di allontanare Maassen dalla guida dell'intelligence in cambio della sua promozione a sottosegretario.

L'ennesimo vertice di grande coalizione ha partorito un nuovo topolino: Maassen lascia la guida dell'intelligence per diventare consulente del Viminale tedesco, ma non avrà alcun aumento di stipendio. E nessun sottosegretario socialdemocratico agli Interni dovrà cedere la poltrona all'ingombrante ex guida dei servizi che gode della protezione di Seehofer. Pace fatta dunque e tutti amici come prima? Purtroppo per Angela Merkel non è così: oggi sarà un'altra giornata di lunghi coltelli. A un anno dall'avvio della legislatura, Cdu e Csu votano per rieleggere il loro capogruppo al Bundestag, al quale viene affidato un mandato di dodici mesi poi rinnovato per altri tre anni. La tradizione vuole che il leader dei deputati sia scelto con una maggioranza bulgara, invece all'ultimo giro il capogruppo uscente Volker Kauder ha preso «solo» il 70% dei voti. Oggi, però, potrebbe anche prenderne di meno, visto che per il suo posto si è fatto avanti anche l'attuale vicecapogruppo Ralph Brinkhaus; un fatto del tutto irrituale che tradisce la crescente sfiducia di molti peones nelle capacità di Angela Merkel.

Se si aggiunge il nervosismo degli alleati Spd e Csu, in grave crisi di consensi, ce n'è abbastanza per immaginare nuove tensioni dietro l'angolo. A smussarle non aiuterà certo l'arrivo giovedì del presidente turco Erdogan in visita di Stato. Il presidente federale Steinmeier offrirà un banchetto in suo onore e alcuni deputati di destra e di sinistra hanno deciso di boicottare l'evento: troppo onore per un politico che ha incarcerato mezza opposizione nel suo Paese.

Curiosamente, anche Angela Merkel ha fatto sapere che non si intratterrà a cena a palazzo Bellevue con Steinmeier e il «sultano». Merkel di rado partecipa a questo tipo di eventi, ma è stato il suo governo a promettere a Erdogan il tappeto rosso. Dopo quella su Maassen, una seconda retromarcia.

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