Caso Rossi, tocca ai Ris riscrivere il giallo di Siena

Le simulazioni virtuali della caduta potrebbero chiarire la dinamica e i dubbi sulle indagini

Caso Rossi, tocca ai Ris riscrivere il giallo di Siena

Da quale finestra è caduto David Rossi? Qualcuno l'ha spinto? Domande a cui «entro qualche settimana», commenta Walter Rizzetto di Fdi potremmo avere certamente delle risposte più precise e dettagliate dalla superperizia dei Ris da ieri a Siena con laser scanner 3D di tutti i locali, un manichino antropomorfo virtuale utilizzato in alcune ricostruzioni in laboratorio e gli spazi e test con pioggia artificiale a varie distanze dalla telecamera di sorveglianza per esaminare il video della caduta e dell'orologio. La ricostruzione del traffico telefonico (con tanto di giallo sulla telefonata di Daniela Santanché a Rossi a cui avrebbe risposto un pm) è stata affidata ai Ros, inoltre il Racis ha l'incarico di riesaminare il materiale informatico di David Rossi.

La verità inizia a farsi spazio in questa drammatica vicenda: ogni tassello sembra trovare la sua posizione. Se ci sono state lacune nell'inchiesta sulla strana morte del manager Mps condotta dai pm di Siena, come sostengono i familiari, lo si capirà molto presto. In effetti ci sono vestiti di David mai analizzati, tabulati e celle telefoniche mai acquisite per capire chi fosse dentro la banca e all'ingresso del vicolo, come l'uomo che con il cellulare all'orecchio si affaccia guarda in direzione di David e poi se ne va, fazzolettini sporchi di sangue distrutti per ordine del pm Aldo Natalini, senza essere mai analizzati e prima ancora che il giudice archiviasse, segni che David presenta nella parte anteriore del corpo che non sembrano riconducibili alla caduta, come lamenta la famiglia del manager Mps, su cui verrà disposta un'altra perizia medico legale. E la Procura di Genova, nonostante tutto, ha archiviato ogni ombra sulla Procura senese ma ora deve rivedere le sue posizioni. Certo, la commissione non ha l'ardire di sostituirsi ai pm, come teme il Csm che (finora) non ha autorizzato alcun magistrato a partecipare come consulente «per non sovrapporne le conclusioni alle inchieste» e come ha ribadito ieri il presidente Pierantonio Zanettin di Forza Italia: «La vicenda reca un certo imbarazzo istituzionale, un aiuto dei magistrati sarebbe auspicabile».

Ma l'uomo del giorno è ancora una volta il colonnello Pasquale Aglieco, l'ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena che con la sua deposizione sul presunto inquinamento della scena del crimine ha inguaiato i magistrati intervenuti, Antonino Nastasi, Nicola Marini e lo stesso Natalini. Lo hanno stanato a Roma le Iene, che con le loro inchieste sui festini gay ai quali l'ufficiale avrebbe preso parte (definite da Aglieco in commissione «truffa mediatica») hanno riacceso i riflettori sulla vicenda, anche con le rivelazioni di un presunto escort, presente alle orge gay innaffiate di droga che invece il gip di Genova considera attendibile. Per Aglieco invece i festini sono inventati, eppure è stata la sua compagna attuale A.A. proprio alle Iene in una chat resa nota ieri sera, a confermarne l'esistenza («L'hai scoperta la villa dei festini? Bisogna cercare chi è l'uomo che ci andava con David») e a rincarare la dose su Facebook nella pagina dell'ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini anche dopo la deposizione di Aglieco che ne negava l'esistenza. Alla domanda «Colonnello ma perché la sua compagna parla di Siena città piena di misteri, piena di uomini che amano altri uomini...ma come mai, ma anche lei prende le cantonate?». Aglieco è sbiancato ed è fuggito.

Ha qualcosa da nascondere? Avrà detto tutta la verità? Oggi in Commissione ricominciano le audizioni: tocca al tenente colonnello Giuseppe Manichino, al maggiore Edoardo Cetola e al tenente Marcello Cardiello, tutti dell'Arma.

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