Cassazione tutela i clandestini: "Chiede asilo? Non va espulso"

Annullata una pronuncia con cui un giudice di pace di Catania aveva rigettato il ricorso di una donna cubana, priva di permesso di soggiorno

Cassazione tutela i clandestini: "Chiede asilo? Non va espulso"

C'è una sentenza della Cassazione che farà discutere e avrà ripercussioni importanti in materia di immigrazione. Il principio in base al quale "il richiedente asilo ha diritto a rimanere nel territorio dello Stato in pendenza dell’esame di tale sua richiesta" non fa eccezione nel caso in cui questa istanza "sia stata presentata dopo l’emissione di provvedimento di espulsione", ferma restando la possibilità, nelle ipotesi di "presentazione strumentale" della domanda di protezione, di "disporre il trattenimento" dello straniero.

La sesta sezione civile della Cassazione ha annullato una pronuncia con cui il giudice di pace di Catania, nel 2017, aveva rigettato il ricorso di una donna cubana, priva di permesso di soggiorno, ritenendo che "la presentazione di istanza per il riconoscimento della protezione internazionale non ostava all’emanazione del decreto di espulsione" perché", nel caso di accoglimento, la ricorrente "non sarebbe stata rimpatriata ma accolta in un apposito centro".

La Suprema Corte, invece, ha accolto il ricorso della donna e decidendo nel merito della questione, ha annullato il decreto di espulsione, ritenendo sussistente in questo caso, anche sulla base delle direttiva europee in materia, il "divieto di espulsione".

Ieri però Salvini aveva annunciato un decreto ad hoc per frenare queste situazioni: "Il decreto - ha detto -

permetterà anche di bloccare la domanda di asilo a chi commette reati, perché oggi la legge, eccetto che in alcuni casi, consente a delinquenti stranieri di continuare a chiedere e ricevere protezione a spese degli italiani".

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