Cattedre scoperte e quarantene, scuola in tilt

Mancano insegnanti e personale. E nove studenti su 10 sono insoddisfatti

Cattedre scoperte e quarantene, scuola in tilt

Troppe cattedre scoperte e regole su quarantene e dispositivi di protezione variabili con soluzione che divergono da scuola a scuola. Il ritorno alle lezioni in presenza rischia nel giro di qualche settimana di diventare ingovernabile mentre il Report della Fondazione Agnelli mette in luce la grave crisi della scuola media.

Sulla necessità di ridurre i tempi della quarantena, questione sulla quale è atteso il parere del Comitato Tecnico scientifico, è di nuovo intervenuto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. «Sostenere ancora i 7 giorni è una misura troppo invasiva. Si possono ridurre, passare ad esempio a 5 giorni o meno», dice Costa osservando che non si può non «tenere conto che l'80% degli italiani è vaccinato». Il Cts dovrà anche definire una regola comune cogente su chi mandare in isolamento con un caso positivo in classe: tutti gli alunni o soltanto il «quadrante» adiacente? Deve andare in isolamento anche l'insegnante? Al momento ogni istituto procede in modo diverso.

Sulla mancata copertura delle cattedre alla quale si aggiunge una cronica mancanza di personale amministrativo, da registrare la denuncia di Pino Turi segretario nazionale Uil scuola. «Nelle singole scuole non si trova personale docente per coprire ore e cattedre vuote - spiega Turi - sono migliaia i posti in deroga per il sostegno». Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, interviene ma soltanto con un palliativo. «La situazione è tanto grave da aver indotto il ministero ad autorizzare le scuole ad assunzioni attraverso messe a disposizione, Mad, e così facendo crea altro precariato in una situazione che è oramai sfuggita al controllo».

Destano preoccupazione anche i risultati del rapporto della Fondazione Agnelli, presentato dal direttore Andrea Gavosto e dalla ricercatrice Barbara Romano, a confronto con il primo studio di dieci anni fa. La scuola media già in crisi negli ultimi dieci anni è peggiorata da tutti i punti di vista. «Il problema - avverte Gavosto - è diventato strutturale». Nel passaggio dalle elementari alle medie i risultati in Matematica peggiorano specie al Sud e nelle isole.

«Le disuguaglianze dovute all'origine socio-culturale misurate in base al titolo di studio dei genitori sono ben visibili già alla scuola primaria, con una differenza in media di 26 punti tra uno studente figlio di laureati e uno studente con i genitori con la licenza elementare. - spiega la Romano - Ma poi deflagrano alla scuola media, arrivando fino a 46 punti, che equivalgono, alla fine del ciclo, ad una differenza di quasi tre anni di scuola». Non solo. La maggioranza dei ragazzi nella scuola media vive una situazione di disagio al termine del ciclo soltanto uno studente su dieci afferma di trovarsi bene a scuola: il 90 per cento dà un giudizio sostanzialmente negativo.

Le ragioni sono complesse ma certamente questo disagio è comune ai docenti visto che proprio nelle medie si registra il tasso di precariato più alto, 30%, tra i vari ordini di scuola. E quasi il 60% degli insegnanti di sostegno della scuola media sono precari.

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