Milano - «Tremila telefonate». Un po' un modo di dire, molto il segnale della vita che cambia e si rivoluziona per Stefano Parisi, manager e imprenditore arrivato al fatale passo che porta alla politica. Candidato sindaco di Milano per il centrodestra, ufficiale per tutti da ieri, deciso definitivamente da martedì scorso: «Dovevo prima chiudere la vicenda delle aziende ed essere sicuro che, nel centrodestra e in Ncd, l'accordo sulla mia candidatura fosse unanime».Stasera farà il debutto alla prima cena di raccolta fondi per la sua campagna, invitato da Silvio Berlusconi al Westin Palace di piazza della Repubblica, con vista sulla nuova Milano di cui lui si sente l'interprete trionfante. «Vinciamo, questo è evidente - dice allegro al telefono - Ho ricevuto tantissime telefonate, molta gente mi contatta per dirmi che non ha mai votato centrodestra ma mi voterà».
Parisi dovrà vedersela con Giuseppe Sala, l'uomo dell'Expo che ha vinto le primarie di centrosinistra. I due si conoscono da dieci anni e non è la prima volta che si affrontano da sponde opposte: quando Sala era direttore generale di Telecom Italia, Parisi era alla guida di Fastweb. «Eravamo concorrenti già allora. Ma la differenza tra me e Sala è che mentre io ho il pieno mandato della coalizione di fare tutte le cose che vanno fatte, per Sala non è così. Lui è bloccato dalla sinistra radicale nelle scelte importanti per Milano ed è eterodiretto da Renzi. Nonostante il sostegno del premier e del Pd, non ha ottenuto la maggioranza assoluta e anzi ha preso ventimila voti in meno rispetto a Giuliano Pisapia alle primarie del 2010. Sento in giro un clima favorevolissimo, anche da parte di persone lontanissime».Il candidato del centrodestra parte con un handicap, ma tra le buche della campagna pensa di trasformarlo in punto di forza: «Devo crescere di riconoscibilità, questo è certo, ma conto sull'effetto novità. Sono una faccia nuova e spero che questo si riveli un elemento positivo».
Alla cena di stasera, i partecipanti verseranno mille euro per conoscere da vicino l'uomo che ha accettato la sfida, così simile a quella del suo amico Gabriele Albertini, quando nel 1997 lasciò Federmeccanica e l'azienda di famiglia per accogliere la proposta di Berlusconi e tentare la conquista di Palazzo Marino. È andata come è andata e adesso il popolare ex sindaco è tra i maggiori sostenitori di colui che dal 1997 al 2000 è stato il suo direttore generale. «Protagonista indiscusso di quegli anni» dice di lui Albertini.
Il candidato, oggi pomeriggio, prima di sedersi al tavolo del Westin, incontrerà i consiglieri comunali e i vertici politici di Forza Italia. Nonostante qualche puntura di spillo che arriva da Fratelli d'Italia e Lega, ordinaria amministrazione politica, sono giorni di luna di miele e lui ha l'aria di godersela tutta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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