Da un anno il Covid, questa terribile, insidiosa malattia, che ha colpito tanti di noi, ha seminato e continua a seminare lutti, dolore, angoscia in tutto il mondo.
Rendere omaggio a chi non ce l'ha fatta, soltanto da noi sono oltre centomila persone, significa anche prendere un impegno solenne con loro, con la loro memoria, con le loro famiglie.
Quello di fare ogni sforzo per sconfiggere al più presto la malattia. Oggi con i vaccini ce la possiamo fare. Altri Paesi lo stanno facendo. L'Italia ha cominciato a farlo. Dobbiamo procedere senza ritardi, senza paure, senza divisioni, senza inutili polemiche irrazionali.
Tutti noi abbiamo sofferto, quest'anno. Chi ha perso una persona cara, chi ha sofferto la malattia in prima persona, chi ha dovuto sottoporsi a sacrifici e limitazioni pesantissime dal punto di vista economico, ma anche dei rapporti umani e della qualità della vita.
Penso ai più giovani, per i quali quest'anno è stato molto difficile, penso agli anziani soli che sono stati ancora più soli.
Io ho provato in prima persona l'angoscia e il dolore di questa malattia e questo mi fa sentire ancora più vicino alle
vittime e ai malati. A tutti loro rivolgo un pensiero con commozione ma anche l'impegno a non perdere neppure un minuto per portare fuori l'Italia da questa tragedia nel tempo più breve possibile.Sono sicuro che ce la faremo.
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