“È la manovra giusta per il nostro paese. Siamo disponibili a spiegare bene, forse abbiamo sbagliato noi a comunicare. Oppure non sono in buona fede a voler capire. Perché dobbiamo esser disponibili a volerla cambiare". Così Gian Marco Centinaio, il ministro alle politiche agricole del governo Conte ospite della trasmissione di Rai Tre, Agorà.
Anche il ministro in posizione dialogante rispetto alle posizioni intransigenti dei due vice premier. Non è il solo, ma anche il più critico europeista, come il ministro Savona, dice: si dovrà trovare un accordo. Quasi un gioco delle parti per smontare anche l’intransigenza di Junker. Ma per il ministro le critiche del collega alle politiche europee “non sono quelle che si leggono sulla stampa, ha sempre detto cose diverse se ha cambiato idea glielo chiederò presto”.
Per Centinaio spiegare bene all’Europa la buona manovra è opportuno anche per non assecondare posizioni rigide contro il nostro Paese non ultimo Dombrovskis, lettone ed uno dei firmatari della “lettera d’infrazione”, secondo il quale l’Italia cammina come un sonnambulo e il vero fardello è rappresentato dai trentasettemila mila euro di debito ad abitante che potrebbe avviare una nuova austerità.
Il report sullo stato dell’arte dell’Italia infatti è critico principalmente sul debito e non sul decifit ma la critica riguarda anche i precedenti governi. Quindici giorni per rispondere ed ora tutto sul tavolo del direttore generale del tesoro poi si tornerà in Europa e l’ultima parola spetterà al Consiglio Europeo che mai, però, si è espresso con azioni o multe anche verso altri Paesi in crisi. La procedura potrebbe scattare da gennaio e potrebbe variare da tre a sei mesi che, in soldoni, significa decidere prima o dopo le europee. L’auspicio dell’esecutivo che si vada comunque dopo l’appuntamento elettorale? Possibile.
"Sono preoccupato per lo spread e questi signori, i tre gufi europei, possono influenzare e far speculare contro di noi", dice Centinaio. Cosa produrrà la cena tra Conte e Junker e cosa potrebbe succedere se nulla si modificherà? Per il titolare del dicastero dell’agricoltura “speriamo di convincere l’Europa” e la risposta non dialogante di Salvini rispetto all’attesa della lettera di Babbo Natale “rappresenta solo un botta e risposta come anche ai tempi di Renzi ma poi ci sarà la fase della trattativa. Per tagliare il debito pubblico basterebbe diminuire i servizi, non assumere nella pubblica amministrazione e fare tutta una serie di provvedimenti...poi voglio vedere gli italiani quando dici loro che lo si deve abbassare in questo modo, come fatto in altri Stati, spiegando che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca... Per avere dei servizi come il Giappone ci deve essere il debito pubblico. A titolo personale, dico, occorrerebbe privatizzare quanto più possibile”.
Rispetto ai franchi tiratori che hanno azzoppato la maggioranza alla Camera è netto: “Se c’è la manina il governo è la famiglia Adams. Se Giorgetti è la mano della famiglia Adams, io chiederò a Di Maio chi è zio Fester, chi è cugino Itt, chi è Morticia, chi è Mercoledì ecc ecc così almeno facciamo tutta la famiglia però il problema è che in questo telefilm ci sono anche loro...dico semplicemente una cosa a tutte le persone capaci di intendere e volere: quando il voto è segreto non si è certi neanche del compagno di banco.
Nessuno può andare a dire agli italiani i miei parlamentari hanno votato tutti la stessa cosa ...non si può dire è colpa della Lega, del Pd, di Forza Italia o dei cinque stella....è una panzana...nel voto segreto, anche quello che ti promette su sua madre..., poi nel voto segreto decide cosa fare...”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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