Centrodestra compatto Tajani: il voto Ue sul Mes non incide sull'alleanza

La coalizione supera gli screzi con le critiche al governo: incapace di affrontare la crisi

Centrodestra compatto Tajani: il voto Ue sul Mes non incide sull'alleanza

I voti in Europa su Mes e Recovery bond spaccano maggioranza e opposizione? Vero a metà. La maggioranza dovrà ritrovare equilibrio e compattezza in vista del Consiglio europeo di giovedì prossimo nel quale deve presentare una sola voce e una sola faccia. Ma l'opposizione? Tutt'altro che spaccata, spiega Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. «Le nostre posizioni non devono per forza coincidere sempre - commenta -. Già votammo in maniera diversa in occasione delle norme sul copyright. Questo non vuol dire niente. E il voto dell'altro giorno al Parlamento europeo dimostra soltanto che il nostro è un approccio molto pragmatico al problema di quali strumenti mettere in campo per aiutare a livello comunitario i singoli Paesi ad affrontare la crisi dovuta all'emergenza sanitaria». D'altronde è normale che in Europa, dove i tre partiti (Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia) appartengono a «famiglie» diverse, i voti si orientino talvolta su scelte differenti. Da questo a vedere però l'idea di un governissimo tra le forze moderate (che ricomprenda renziani, Forza Italia e il Pd) e soprattutto una spaccatura all'interno della coalizione di centrodestra ce ne corre. «Qui nessuno vuole rompere il centrodestra - dice - o fare governissimi. Siamo sempre stati favorevoli agli eurobond, vanno bene, ma tanto Germania e Olanda non li faranno mai passare. È un'ipotesi irrealistica. La più realistica è quella del Recovery Bond che sarebbe garantito dal Bilancio europeo. Chi ha fatto polemica non ha capito il senso del nostro voto».

D'altronde la compattezza della coalizione è mostrata anche dal comunicato congiunto licenziato venerdì sera per mostrare la netta contrarietà nei confronti delle nomine decise dell'esecutivo per rinnovare i vertici delle grandi aziende di Stato. «L'opposizione - recita il comunicato - si chiama fuori da questa scelta infelice, che certo non va nello spirito di collaborazione responsabile più volte invocato dal Presidente della Repubblica. Lasciamo a Cinquestelle, Pd e Italia viva l'irresponsabile spartizione di poltrone alla quale si stanno dedicando in un momento così delicato». La stessa Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia, lo ha ricordato nel corso di un'intervista. «Salvini e Meloni sul Mes hanno visioni diverse - dice - ma l'alleanza di centrodestra nel Paese è solida. Quando sarà possibile ridare la parola agli italiani, certo non in questa fase, torneremo a governare insieme». Le voci dei tre partiti tornano poi ad armonizzarsi quando gli sguardi si orientano sul quadro italiano. Fallita l'esperienza della cabina di regia col governo, si torna in ordine sparso a chiedere miglioramenti del Cura Italia in discussione alla Camera e più incisività nell'azione di governo in generale. «Ad oggi - fanno sapere dal quartier generale della Lega - non si conosce nemmeno la quantità di soldi che verrà stanziata e il voto che si sarebbe dovuto svolgere in Senato sullo scostamento di bilancio è stato rinviato. Inoltre il dl Aprile è ancora di là da venire».

«D'altronde - ricorda il deputato azzurro Alessandro Cattaneo -, se la soluzione individuata dalla maggioranza è quella di far indebitare le imprese per ottenere una minima, misera liquidità in grado solo di permettere il pagamento delle scadenze fiscali, l'economia non si rialzerà e non avrà armi per combattere. O mettiamo in campo un decreto coraggioso, con risorse e coperture certe, o il baratro è dietro l'angolo».

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