Cgil, Ong e giudici in piazza. "Ma il dl Cutro sarà legge"

Ostruzionismo dell'opposizione anche in Senato. Domani è il giorno dell'ok. Fdi: "Siamo compatti"

Cgil, Ong e giudici in piazza. "Ma il dl Cutro sarà legge"

Come in tutte le battaglie perse, l'unico strumento che rimane agli sconfitti è la recriminazione. La sinistra, nonostante i tentativi di ostruzione in commissione Affari costituzionali, dovrà arrendersi all'approvazione del decreto Cutro. Ma l'opposizione, sia quella interna sia quella esterna ai palazzi, ha scelto di nuovo la piazza per manifestare la sua esistenza. Ieri Cgil e compagni si sono ritrovati a Roma, in piazza Venezia, per strillare a gran voce le loro accuse di «disumanità». Accuse dirette al governo, manco a chiederlo. Non solo: sono spuntati presidi anche a Crotone, Viterbo, Avellino, Brindisi, Lecce e Palermo. Il trait d'union delle rimostranze è il cartello esposto in capitale: «Apriti mare e lasciali passare». Nel frattempo, la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha deciso di far slittare l'inizio della discussione sul decreto ad oggi. Il tempo c'è: la dead line del pacchetto è il 10 maggio. E da previsioni certosine la giornata buona dovrebbe essere quella di domani. Gli interessi primari della maggioranza sono stringere le maglie ed evitare che l'Italia gestisca in autonomia un fenomeno quantomeno continentale. Quello dei massimalisti organizzati è strepitare contro la linea dura sulla gestione dei flussi migratori e sulla «protezione speciale».

Per il segretario della Cgil Maurizio Landini è «vergognoso che si utilizzi una tragedia come quella di Cutro per introdurre per ulteriori leggi sbagliate che abbiamo già visto che non servono a nulla al nostro Paese». Poi Landini ha alzato i decibel: «Leggi balorde!». Ma non c'erano solo i sindacalisti in piazza Venezia. Al presidio di Tavolo Asilo e Immigrazione ha partecipato pure il Pd, con la Schlein che ha promesso uno scontro aperto all'esecutivo. Poi le sigle che hanno aderito all'appello per protestare contro il dl Cutro: da Magistratura Democratica al Centro Astalli, dalla Fondazione Migrantes a Legambiente, da Open Arms alle Sardine, passando per Sea Watch, Refugees Welcome Italia, Acli, Arci e Uil. Insomma, quello che le cronache a volte appellano come «fronte migrazionista». Per le Acli, che firmano un appello insieme alle sigle citate e ad altre, è «triste che il governo alimenti diseguaglianze che dovrebbe combattere».

Fonti di maggioranza chiariscono a IlGiornale l'assoluta unità della maggioranza in vista della partita in Aula. Il testo che mette tutti d'accordo sulla «protezione speciale» esiste già: è il subemendamento dei senatori Gasparri (Fi) Lisei (Fdi) e Pirovano (Lega). Una mossa che ha assorbito molti dei testi presentati della Lega, che comunque proverà, come le altre forze di maggioranza, a emendare la base del decreto, come sempre avviene in Parlamento. Malan, senatore meloniano, ribadisce: «Il centrodestra è compatto e questa settimana approveremo il decreto legge sull'immigrazione con il superamento della protezione speciale, un criterio che così come scritto fa sì che chiunque possa arrivare e restare in Italia». Al netto delle ricostruzioni della minoranza, non è previsto l'utilizzo della fiducia. Anche perché, non essendoci il relatore, verranno proposte modifiche al testo base. La seduta di oggi sarà occupata dalla pregiudiziale: soltanto per questo motivo la discussione entrerà nel vivo da domani.

Poi, dopo il passaggio in Senato, la Camera, dove aspettano il decreto nel corso della prima settimana di maggio. Alberto Balboni, senatore di Fdi, ha specificato in chiusura di giornata come ci si aspettino modifiche tanto dal governo quanto dalle forze di maggioranza in Aula.

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