Chi offende le donne in nome delle donne

Chi offende le donne in nome delle donne
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Ripagare con l'odio di genere le donne che sarebbero colpevoli di diffondere stereotipi di genere. Detto, fatto. La faccenda del contenitore «leggero» di Rai2 (ormai sospeso, sino a nuove indicazioni o a polverone placato) sta diventando pesante. Il cortocircuito che fa inceppare l'ingranaggio mediatico è il seguente: quel maledetto sketch su come fare la spesa in modo seducente secondo gli autori avrebbe dovuto trasmettere il messaggio opposto, giocando sull'ironia e la parodia; in realtà molti telespettatori e telespettatrici hanno visto nel (mediocre) siparietto solo un messaggio offensivo per la dignità della donna, per giunta in concomitanza con la Giornata contro la violenza sulle donne. Come spesso accade nel nostro Paese quando la questione è grave ma non è seria, è scesa in campo la politica: a sinistra come a destra, parlamentari e leader di partito hanno denunciato l'accaduto chiedendo e ottenendo la messa al bando del programma, con immediata presa di posizione dell'ad Rai Fabrizio Salini.

Ora, è evidente a tutti, compreso chi non condivide certe crociate neofemministe, quanto un tutorial su come calcare le corsie di un supermercato in tacco 12 e sollevare il polpaccio in plastica posa per raggiungere il pacco di patatine sullo scaffale più in alto sia per lo meno di cattivo gusto e non corrisponda neanche vagamente all'idea di servizio pubblico. Qualcuno, a ragione, rimpiange i tempi in cui dalle parti di Viale Mazzini a fare compere ti mandava Lubrano e invece adesso per mandare avanti l'economia domestica pare siano indispensabili nozioni di burlesque. Ma quello che stupisce ancor di più è constatare che le prime vittime di questa battaglia in nome della difesa delle donne siano proprio due donne. Emily Angelillo, ballerina protagonista del siparietto andato male e finito peggio, che al Corriere denuncia: «Non volevo assolutamente offendere le donne. E oggi sono stata violentata dalle donne». Coperta di insulti volgari e sessisti sui social - che vuoi fare, sono le polemiche «virali», bellezza... -, Emily si dice dispiaciuta e soprattutto spaventata dalla dose di veleno riversatale addosso dalle leonesse da tastiera. Fa riflettere perché ribalta il fronte: è giusto meritare l'etichetta di una poco di buono solo perché per lavoro fai l'insegnante di pole dance? D'accordo, in tv indossava abiti succinti, ma allora la storia di come ci si veste conta? Alla conduttrice Bianca Guaccero non è servito scusarsi e assumersi le responsabilità, anche non sue, con un lungo post di chiarimento. In cambio ha ricevuto accuse di ogni genere, a cominciare dall'aver «sorriso» a favore di telecamera per arrivare a quella più odiosa: non essere una valida conduttrice perché «in quanto donna» avrebbe dovuto dire di no. Una peccato originale, insomma. «Ho sempre lavorato proponendo di me un'immagine molto lontana da quella della donna oggetto», ha provato a spiegare.

Ma ai censori dell'era social il passato non interessa, uno vale uno, anzi una vale una, quando è pronta la gogna. E nel Paese delle meraviglie abbondano le regine di cuori Instagram pronte a ordinare: «Tagliatele la testa!».

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