Angela Merkel accoltellata alle spalle durante una missione in Turchia. Nel giorno in cui la cancelliera è volata ad Ankara per la prima volta dopo il fallito golpe dello scorso luglio per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il primo canale della televisione pubblica tedesca, Ard, ha pubblicato un sondaggio dai risvolti sorprendenti. Se si votasse domani per la guida del governo, il 50% dei tedeschi sceglierebbe il candidato socialdemocratico (Spd) Martin Schulz contro il 34% di quelli che vorrebbero la riconferma di Merkel. Per la tre volte cancelliera abituata a viaggiare ampiamente sopra al 50% dei consensi (con punte in tempi non lontani anche sopra al 70) si tratta di una vera e propria doccia fredda. Da quando si autoproclamata paladina dei profughi, Merkel ha progressivamente perso ampie quote di popolarità. E tuttavia non era mai stata distaccata di 16 punti. Per un breve periodo le aveva fatto ombra l'ex ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, subito sistemato con intesa bipartisan alla presidenza della Repubblica, alla quale l'esponente socialdemocratico dovrebbe essere eletto il 12 febbraio.
La novità dell'ultima rilevazione è che Merkel perde contro il candidato di un partito che lei stessa era riuscita a mettere in ginocchio. L'Spd ha vinto l'ultima elezione federale nel 2002 e da allora è precipitata dal 38 al 25%. Gli ultimi sondaggi la davano in ulteriore calo a quota 22% destinata cioè a fare ancora la ruota di scorta a una Merkel inossidabile. Due settimane fa invece il presidente dell'Spd, Sigmar Gabriel, ha rinunciato alla corsa alla cancelleria, lasciando l'incombenza al più popolare compagno di partito Martin Schulz, che a fine novembre ha lasciato la presidenza dell'Europarlamento per impegnarsi nella campagna elettorale in Germania. Lo scossone ha giovato all'Spd, balzata in pochi giorni dal 22 al 28% nelle intenzioni di voto. Ancora poco per insidiare la Cdu della cancelleria attestata attorno al 34%, ma i tedeschi voteranno a fine settembre e per allora molte cose possono ancora cambiare. L'indagine condotta da Infratest testimonia la voglia di cambiamento degli elettori: e se la grande coalizione resta la soluzione auspicata dal 43% degli intervistati anche per la prossima legislatura, oggi un tedesco su due la vorrebbe a guida socialdemocratica.
A favore di Merkel giocano la forma di governo e il sistema elettorale: la Germania è una repubblica parlamentare e l'indicazione sulla scheda elettorale del nome del cancelliere non è prevista. Sono dunque i partiti a fare i giochi al Bundestag. La novità, però, è che adesso a minacciare la cancelliera in cerca di un quarto mandato è risorta anche la sinistra. Da mesi Merkel si è spostata dalla destra al centro, creando le condizioni per la fioritura dei populisti di Alternative für Deutschland con la loro agenda anti-euro e anti-immigrazione (dati al 12%) e per il ritorno dei Liberali (in ripresa al 6%).
Merkel deve giocare con attenzione le proprie carte.
Isolata sul piano internazionale da Donald Trump e Vladimir Putin, ieri Merkel ha incontrato il sultano Erdogan attirandosi le critiche di mezzo Bundestag, a cominciare proprio da quei Verdi che vorrebbe imbarcare nel prossimo governo al posto dei socialdemocratici. Incalzata da destra, adesso la cancelleria si ritrova davanti un avversario ben più temibile del poco carismatico Gabriel.
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