Il Cinese fa il moralista. Ma a Bruxelles è un assenteista da 20mila euro al mese

Se n'è andato dal Pd sbattendo la porta. Ora dovrà "accontentarsi" dell'esilio dorato a Bruxelles

Il Cinese fa il moralista. Ma a Bruxelles è un assenteista da 20mila euro al mese

Un sindacalista emulo di Aleksej Grigorevic Stachanov, l'instancabile «lavoratore modello» sovietico, è una rarità. Lo stesso vale per gli ex sindacalisti: battono la fiacca. E Sergio Gaetano Cofferati non fa eccezione. A 67 anni quasi compiuti l'ex segretario generale della Cgil è un pensionato Inps che cerca gloria in politica. Voleva fare il governatore della Liguria, ultima patria adottiva, ma le primarie del Partito democratico non gli hanno portato fortuna. «Troppi elettori extracomunitari», ha protestato il Cinese tradito dai cinesi. Gli toccherà dunque restare nell'esilio dorato di Bruxelles per il secondo mandato da parlamentare europeo. Proprio qui emerge la vena indolente, il destino di promessa mancata. Nei palazzi del potere continentale Cofferati latita. È evanescente. Le iniziative prese dalla rielezione in poi si contano sulle dita di due mani: 4 interventi in seduta plenaria, 1 parere in quanto relatore, 5 interrogazioni parlamentari nessuna delle quali porta il suo nome come primo firmatario. L'uomo che nel marzo 2002 trascinò tre milioni di italiani al Circo Massimo di Roma contro l'articolo 18 ora va a rimorchio dei colleghi. Il sito www.mepranking.eu, un radiografo infallibile delle eurofatiche, colloca Cofferati nei bassifondi nella classifica, al posto numero 685 su 750 parlamentari Ue. Da 1 a 10, il suo voto sarebbe 0,9. Inqualificabile.

La partecipazione ai voti per appello nominale non raggiunge il 60%: ha risposto presente in 168 chiamate su 282. Il disinteresse è quasi assoluto. Il punteggio assegnatogli da mepranking.eu è di 120, tra gli italiani fanno peggio di lui soltanto i compagni di partito Renato Soru e Andrea Cozzolino e i forzisti Raffaele Fitto e Giovanni Toti. E pensare che l'uomo dei record è un europarlamentare rosso, Nicola Caputo, che totalizza uno score di 586 seguito dalla leghista Mara Bizzotto. Ma c'è un altro motivo per cui la sinistra europea non dovrebbe essere troppo contenta di Cofferati, ed è la cosiddetta loyalty, l'allineamento alle posizioni ufficiali. Una volta su tre il Cinese vota in disaccordo con i progressisti. È tra i deputati più ribelli. Milano, Roma, Bologna, Genova, Bruxelles. È come se Cofferati avesse sempre dell'altro cui badare. Quando era dipendente della Pirelli, faceva il sindacalista a tempo pieno. Quando guidava la Cgil (ne è stato il numero 1 dal 1994 al 2002) pensava alla politica, a combattere Silvio Berlusconi e scalare i Ds. Quand'era sindaco di Bologna perse la testa per la nuova compagna, Raffaella Rocca, poi sposata nel 2010. Quando per amore si trasferì a Genova, invece che fare il babbo a tempo pieno tentò invano di conquistare la segreteria del Pd ligure e poi pianificò lo sbarco a Bruxelles: «Un lavoro – disse in un'intervista – che mi consente di essere a casa il fine settimana». Aveva giusto bisogno di aggiungere ogni mese un 20mila euro alla pensione Inps di 2.500 euro scarsi guadagnata in tanti anni di distacco sindacale alla Pirelli. Ora che è stato mandato per la seconda volta in Europa a rappresentare le esigenze italiane, ha cercato di riprendere la via di casa con le primarie per diventare governatore regionale. E tuona contro il (presunto) mancato rispetto delle regole nel voto democratico in Liguria. Le regole sono il suo chiodo fisso, dall'articolo 18 alle ordinanze bolognesi da sindaco-sceriffo. Tex Willer, l'eroe dei fumetti preferito, sarà fiero di lui. Ma la vittoria di Cofferati alle primarie, e l'eventuale ritorno a Genova, avrebbe significato il venire meno alla regola che impone di portare a termine gli impegni presi con gli elettori. Del resto, nel Pd è in buona compagnia: ha deciso il ritorno in patria anche Alessandra Moretti, eletta a Bruxelles come capolista nel Nordest e candidata alla guida del Veneto, ed era pronta a farlo anche Pina Picierno per la regione Campania. Prima si fanno eleggere in Europa, poi sentono nostalgia di casa. Nella campagna elettorale contro Raffaella Paita, Cofferati aveva annunciato di non volere indagati nella futura lista. Solo mani pulite.

Pochi però ricordano che i cinque anni a Bologna gli sono costati, nel 2009, una condanna per comportamento antisindacale. Lo sciopero di alcuni dipendenti del Teatro comunale felsineo impedì l'andata in scena della «Gazza ladra». La Fondazione del teatro, di cui il Cinese era presidente, tagliò lo stipendio a tutte le maestranze, anche a chi si presentò regolarmente al lavoro. Il giudice del lavoro lo considerò «un atto intimidatorio». Cofferati è poi finito sotto processo, sia pure davanti al giudice contabile, assieme a tutta la sua vecchia giunta comunale compreso l'attuale sindaco, Valerio Merola. Il caso riguardava il Civis, un tram su gomma mai partito ma costato 150 milioni di euro pubblici. Il progetto era partito con Giorgio Guazzaloca, fu tuttavia l'amministrazione Cofferati nel 2004 ad approvare una variante «contraria alla normativa vigente e allo stesso regolamento contrattuale» che, secondo la procura regionale della Corte dei conti, provocò un danno erariale di 1.250.111 euro.L'atto di citazione non era propriamente un viatico per chi fa il pubblico amministratore: «La vicenda in esame – vi si legge - è stata gestita in modo macroscopicamente confliggente con il principio secondo cui l'esercizio dell'azione amministrativa deve essere improntato ai canoni della legalità, dell'efficacia, dell'efficienza e dell'economicità, e deve rispondere ai criteri di ragionevolezza che rappresentano corollari del principio di buon andamento della Pubblica amministrazione».

Furono rifatte strade e pensiline e acquistati 49 bus «intelligenti», guidati dalla fibra ottica, bestioni della mobilità urbana (18 metri per 30 tonnellate), prima di scoprire che il sistema di trasporto non era sicuro per i passeggeri e che le vibrazioni avrebbero danneggiato i monumenti storici di Bologna, a partire dalle due torri pendenti. Cofferati è stato assolto pochi giorni prima di Natale, cioè in tempo per la volata finale delle primarie liguri. Ma il futuro del Cinese assenteista gli è rimasto dietro le spalle.

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