Lombardia e Sardegna verso zona arancione: ma per la prima è un miglioramento la seconda invece entra in un rischio più alto. L'indice di trasmissione nazionale, Rt, finalmente sotto l'1, 0,97, e i colori potrebbero cambiare. Anche se non per tutti: il peggioramento scatta subito mentre per alleggerire occorre aspettare 14 giorni. E il rischio resta alto per quattro regioni: Bolzano (Rt 1,03), Sardegna (Rt 0,95), Sicilia (rischio alto con molteplici allerte di resilienza e Rt a 1,27) e Umbria (Rt 1,05).
Ma è la Sardegna che rischia il passaggio da giallo in arancione per un livello di rischio che resta alto. A rischio moderato ci sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto. Mentre il Lazio, passato in arancione per la prima volta la scorsa settimana con un Rt sotto 1 (0,94) guadagna un classificazione di rischio «moderata ad alto rischio di progressione a rischio alto» come Marche, Molise, Trento e Val d'Aosta.
Il Veneto, in zona arancione da oltre due settimane con un livello di rischio moderato e un Rt di 0,81, potrebbe passare in zona gialla come auspicato dal governatore Luca Zaia. Stessa posizione per la Liguria.
Ma l'unico cambiamento di colore previsto per domani resta quello della Lombardia anche se è molto probabile il passaggio della Sardegna in arancione.
A rilevare un generale raffreddamento nella corsa della diffusione del coronavirus è il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza che sottolinea come «per la prima volta dopo cinque settimane di ascesa l'Rt si fissa di poco al di sotto di 1 e cala anche l'incidenza che però rimane elevata, intorno a 340 casi di Covid-19 per 100mila abitanti». In discesa anche «il tasso di occupazione di posti di terapia intensiva» ma anche se «le misure di contenimento hanno funzionato» avverte Rezza «bisogna continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie».
I dati elaborati dalla Cabina di Regia registrano negli ultimi 14 giorni 339,24 casi per 100mila abitanti contro i 368,75 del monitoraggio precedente. Ma sono ancora nove le regioni che vengono segnalate «a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane». E preoccupano ancora di dati relativi alla pressione sulle strutture sanitarie perché in 12 regioni il tasso di occupazione sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari resta sopra la soglia critica. Anche se a livello nazionale il tasso di occupazione dei reparti d'emergenza è sceso sotto la soglia critica del 30 per cento. Dai 2.636 pazienti del 12 gennaio ai 2.487 del 19. In discesa anche i ricoveri ordinari: da 23.712 del 12 ai 22.699 del 19 gennaio.
Il monitoraggio che contempla un periodo che va dal 30 dicembre 2020 al 12 gennaio 2020, rileva una discesa dell'Rt medio di 0,97 con un range da 0,85 a 1,11. Oscillazione che è una delle motivazioni per le quali molti esperti ritengono sia un errore basare le misure di contenimento ed i passaggi di colore sul parametro Rt.Il miglioramento però non riguarda tutte le regioni. Permane un valore elevato di incidenza nella settimana che va dall'11 al 17 gennaio a Bolzano, 309,54 per 100mila. Un livello di diffusione che impedisce di tenere sotto controllo la diffusione del virus. Classificate a rischio alto oltre a Bolzano la Sardegna, la Sicilia e l'Umbria. La Sicilia in particolare registra un Rt superiore ad 1 con un'oscillazione che va da 1,23 a 1,27. Ma anche la Puglia classificata a rischio complessivo moderato ha un Rt nell'oscillazione sempre superiore ad uno: tra 1,06 e 1,11.
Diminuiscono i casi non riconducibili a catene di trasmissione note (33.339 vs 39.970 la settimana precedente) e rimane stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (28,7% vs 28,5%).
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