Macerata Due fronti. Uno che, soprattutto sui social network, quasi giustifica l'atto folle di Luca Traini è quella sparatoria nel centro di Macerata, e che denuncia l'esasperazione di una situazione - quella dell'immigrazione nella città marchigiana - definita «ormai insostenibile».
E poi ci sono i numeri. Quelli che, secondo l'Istat, certificano che l'invasione della «legione straniera» nella città sulle colline marchigiane è forse percepita ma non reale. In tutta la provincia di Macerata, nell'ultimo lustro, gli extracomunitari sono anzi diminuiti. Passando da 32.267 a 31.020. Con oltre milleduecento stranieri «spariti» dal territorio dove Luca Traini ha deciso di aprire la «caccia al nero».
E a Macerata città, teatro del terribile delitto di Pamela, i cui contorni sono ancora tutti da chiarire, il calo non c'è stato, ma l'aumento di presenze è statisticamente insignificante. In un quinquennio, infatti, gli immigrati ospiti in città sono passati da 3.874 a 3.879. Cinque migranti appena in più, meno di quelli sui quali Traini ha aperto il fuoco con la sua Glock. Il picco, in città, si è avuto otto anni fa, nel 2010, quando gli stranieri registrati sul territorio del comune erano arrivati a quota 4.505. Cifra da allora mai più raggiunta.
E se ieri una manifestazione antifascista ha gridato la sua solidarietà agli immigrati feriti, con alcune decine di persone che hanno marciato per le vie del centro arrivando fin davanti alla Prefettura, una nuova polemica arriva proprio da uno dei sei ragazzi rimasti feriti nel far est maceratese di sabato mattina. Una delle vittime, infatti, ha raccontato che dopo essere stata colpita dal fuoco di Traini ed essere piombata sul marciapiede è rimasta a lungo lì sul posto, sanguinante e dolorante, senza che nessuna delle persone lì intorno chiamasse i soccorsi, a suo dire arrivati con un certo ritardo. Una denuncia lanciata contro la città, già sconvolta dal caso di Pamela e dal blitz del 28enne marchigiano.
Che, per puro caso, non ha avuto un esito più infausto solo perché nel suo lungo giro di spari e malintesa vendetta, l'estremista di destra ha avuto la «fortuna» di non colpire a morte nessuno dei suoi bersagli.La polemica sulla convivenza tra italiani e stranieri a Macerata, insomma, vede scriversi un nuovo capitolo. Chissà se sarà l'ultimo.
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