Il click day del monopattino quando non ci si può muovere

I fondi per il bonus bici così in ritardo da arrivare dopo la seconda ondata. Ma prima dei soldi per metro e bus

Il click day del monopattino quando non ci si può muovere

Hai voluto la bici? E allora pedala on line. Servirà tanta banda larga, polso e sveglia puntata per vincere la volata verso il bonus bicicletta. Proprio quello che ci serve mentre stanno per ordinarci di non uscire di casa.

Il ministero per l'Ambiente aveva promesso che il finanziamento non sarebbe arrivato via click day e puntualmente alle 9 di stamattina scatta il click day. Obiettivo: aggiudicarsi il bonus mobilità riservato ai maggiorenni residenti nei capoluoghi o in centri con più di 50mila abitanti che abbiano acquistato una bicicletta, una bici elettrica o un monopattino con la promessa di ricevere un rimborso del 60 per cento di quanto speso, con un massimale di 500 euro.

In un mondo ideale, l'incentivo in sé potrebbe essere una buona cosa. Ma ripercorrendo com'è nata l'idea di questo bonus, il click day a rotelle mentre il Paese rischia di andare in lockdown rivela il suo volto più surreale, quello di un governo che ha perso ogni capacità di agire nei tempi giusti, una specie di orchestra del Titanic che suona sulla tolda di un letto d'ospedale.

Il bonus infatti è arrivato con il decreto Clima dell'ottobre 2019 (paternità: ministro dell'Ambiente Sergio Costa), ma è stato allargato e modificato in seguito all'esplosione della pandemia. Obiettivo dichiarato, e subito bollato come utopistico, ricorrere alla mobilità sostenibile per alleviare i problemi del trasporto pubblico. «Stiamo realizzando corsie ciclabili -diceva il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli- Vogliamo incentivare la mobilità dolce anche incentivando l'acquisto di bici elettriche. Dobbiamo scoraggiare il traffico privato perché, con il trasporto pubblico che dovrà limitare le presenze, rischiamo di essere invasi dalle auto». Parole incredibili a leggerle oggi, mentre impazza il dibattito su quello che non si è fatto sul trasporto pubblico, con i Comuni che ancora aspettano di ricevere i primi 150 milioni dei 300 stanziati per aumentare le corse di bus e metro mentre, con un ritardo tale che è arrivata prima la seconda ondata del finanziamento, si spendono 210 milioni per il bonus bici.

Come se non bastasse, l'iter per arrivare al click day di oggi è stato un calvario. Il bonus è attivo dal 4 maggio ma ai cittadini è stato chiesto di anticipare la spesa e aspettare con fiducia mentre l'ipotesi di chiedere ai commercianti di anticipare lo sconto in fattura svaniva a fronte dell'enorme ritardo del governo. A metà percorso, tra l'altro, il ministero dell'Ambiente, placcato dall'Agenzia delle entrate, si è reso conto che bisognava usare la fattura o lo scontrino «parlante» e c'è chi è dovuto tornare in negozio apposta.

Tra un inciampo e l'altro, il lancio della piattaforma web che emana i voucher per l'acquisto o il rimborso (www.buonomobilita.it) è slittata di mese in mese: maggio, giugno, settembre e ora novembre, in piena seconda ondata, con un effetto surreale pari solo a quello dei banchi a rotelle parcheggiati nelle aule vuote.

L'industria del settore guarda al lato positivo.

«In un anno così terribile noi siamo andati controcorrente -dice Piero Nigrelli, direttore del settore ciclo di Confindustria Ancma- merito del bonus ma anche di un effetto imprevisto: la voglia di aria aperta dopo il lockdown. Sono uscite così tante vecchie bici dalle cantine da spingere qualche azienda a rimettere in produzione le ruote del 26, ormai dismesse da tempo».

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