Il Colle aspetta ancora: Conte non lo entusiasma ma è meglio lui del caos

Mattarella vorrebbe l'esecutivo in mani più salde. Oggi riceve i due leader. Domani forse l'incarico

Il Colle aspetta ancora: Conte non lo entusiasma ma è meglio lui del caos

Dunque è fatta. Stando a quanto racconta un euforico Matteo Salvini, l'operazione Jamaica è pronta a partire. C'è il nome di un premier «terzo», c'è il programma e c'è pure la squadra. Tutto ok, allora? Fino a un certo punto. Resta infatti un grosso dubbio, una brutta crepa proprio sull'architrave del progetto giallo-verde: chi andrà a Palazzo Chigi? Dopo due mesi di trattativa la faticosa scelta è caduta, pare, sul giurista Giuseppe Conte, docente a Firenze e alla Luiss, dodici pagine di curriculum, campione di incarichi ma sconosciuto ai più. E Sergio Mattarella che dice? Sarà d'accordo? Riusciranno Di Maio e Salvini a convincerlo che non si tratta di un Re Travicello? Forse sì. Il professore viene considerato dal Colle «potabile». Non sarà un profilo travolgente, però almeno raggiunge una stentata sufficienza, sempre che, spiegano, la candidatura regga fino a stamattina.

O forse no. Il capo dello Stato, si sa, preferirebbe affidare il governo del Paese a mani più salde, a un politico di primo piano, ossia uno dei leader dei due partiti che stanno trattando dall'inizio di marzo: in questo schema Di Maio, che detiene il pacchetto di maggioranza, è il favorito. L'idea della figura esterna pur prestigiosa, del tecnico di area, non entusiasma il capo dello Stato, anche perché i nomi circolati finora non danno grandi garanzie di indipendenza e la stanza dei bottoni della terza economia europea non può certo essere affidata a chi ogni mattina prima di muovere un dito deve consultare i veri capi.

D'altro canto, se Lega e M5s insisteranno, potrà dire di no? Di Maio sembra sicuro: «Abbiamo scelto il premier, sarà un amico del popolo». Salvini, che non vuole farsi imporre Giggino, è pronto a forzare la mano: «Nessuno deve mettere veti a questo o quel cognome». Insomma, se i due oggi si presenteranno con l'intesa fatta e sigillata e compatti sul candidato per Palazzo Chigi, Mattarella avrà la voglia e la forza di mettersi di traverso e bocciare il professor Conte, o chi per lui? Meglio forse uno «sufficiente» che il caos.

Ma, dalla prospettiva del Quirinale, le bocce non sono ancora ferme. La notte è lunga e, come spesso accade in Italia, può riservare sorprese. Oggi comunque, in un senso o nell'altro, la situazione si chiarirà. In mattinata il cerimoniale della presidenza della Repubblica contatterà i gruppi parlamentari di Lega e Cinque stelle che saranno ricevuti nel pomeriggio, separatamente. Si parlerà inizialmente soltanto del premier e, a grandi linee, del programma: non di ministri, almeno non ufficialmente, materia questa secondo la Costituzione da trattare con il premier. Mattarella non ha gradito le parole di Di Maio, che ha parlato di «squadra già pronta», prima ancora di sottoporla al suo vaglio. Dopo avere sentito i partiti, se sarà d'accordo con il nome indicato, il capo dello Stato si prenderà una piccola pausa di riflessione.

Il mandato è quindi previsto per domani. L'incaricato accetterà con riserva, farà se crede delle consultazioni, poi tornerà con la lista dei ministri. E qui si aprirà una seconda trattativa. È cosa nota l'importanza che Mattarella attribuisce alle scelte fondamentali di politica estera, al rispetto dei trattati internazionali, sia europei che transatlantici.

Quindi su Esteri, Economia e Difesa lo «scambio di idee» tra premier incaricato e presidente sarà

strettissimo e magari pure teso. Una volta riempite le caselle, tra venerdì e sabato il nuovo governo Jamaica potrà giurare. Ultima tappa della procedura, il voto di fiducia previsto per la prossima settimana. Ma la notte è lunga...

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