Chissà se anche stavolta i giovanotti del Lume troveranno un magistrato che invece di condannarli per la devastazione della statua di Montanelli darà loro una medaglia per avere agito per nobili motivi. Era già successo meno di un anno fa, quando il collettivo di studenti universitari (in buona parte fuori corso) si era impadronito di uno stabile comunale facendone la propria sede a costo zero, gli ex magazzini del verde pubblico ai Bastioni di Porta Venezia. La Digos li denunciò, i giudici li assolsero dicendo che la «loro condotta ha avuto come scopo dimostrativo stimolare gli enti pubblici a una più proficua utilizzazione degli spazi». L'azione era così «dimostrativa» che a distanza di un anno il Lume è ancora lì, negli spazi occupati abusivamente: e da lì sabato sera è partita la spedizione che, a poche centinaia di metri di distanza, ha colpito il monumento al giornalista.
Quella di impadronirsi degli stabili altrui, d'altronde, per quelli di Lume è una vecchi abitudine: esordiscono cinque anni fa occupando un ristorante accanto all'università, quando devono andarsene iniziano una serie di altre invasioni, fino ad arrivare a Porta Venezia. Stessa abitudine per i loro alleati, tutti parte integrante della cosiddetta «galassia antagonista»: numerose le iniziative con giunte del Lume con la «Brigata Franca Rame - Camera del non lavoro», che da tempo si è installata nei caselli daziari di Porta Volta, mentre un «gemellaggio» (così lo definiscono loro stessi) unisce il collettivo degli universitari al Csoa-Lambretta, uno dei centri sociali storici dell'ultrasinistra milanese, anch'esso protagonista di occupazioni a raffica (e anch'esso assolto dai magistrati al termine del processo ai suoi leader per resistenza a pubblico ufficiale).
Con i «duri» dei centri sociali il Lume condivide battaglie di ogni genere, da quelle contro il precariato alla lotta contro i centri di espulsione per i migranti. Ma come buona parte dei suoi alleati, il collettivo della Statale si dedica anche (e soprattutto») al business delle serate e dei concerti, che vengono realizzate in totale assenza di tasse e di controlli. Eventi di questo genere sono stati organizzati anche all'interno dell'università, dove il Lume si era impossessato di un'aula fino allo sgombero ottenuto dal rettore all'inizio dell'anno. «Rifiutiamo il processo di normalizzazione e disciplinamento imposto dalle autorità ribadendo come l'apertura di spazi di autogestione permetta di sprigionare forze attive e creative», scrissero allora i fuoricorso del collettivo: ma a bruciare erano soprattutto le mancate entrate. In questa passione per i quattrini esentasse i rivoluzionari del Lume sono affiancati dalla loro costola più giovane, la Rsm (Rete studenti Milano) che ieri firma anch'essa la rivendicazione dell'imbrattamento della statua. Serate «all night long» ad alto contenuto alcolico vengono organizzate da sempre sotto l'egida della Rsm in spazi occupati di ogni genere.
Nel tempo lasciato libero dalle feste, battaglie di ogni genere: per i curdi, contro i test Invalsi, contro la buona scuola, eccetera. Tra i nemici preferiti, il Pd che il 25 aprile la Rsm si vanta di avere «cacciato in coda» al corteo per la Liberazione.
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