il commento 2

di I reati di falso in bilancio, di corruzione, di turbativa di asta e di frode fiscale sono reati della sinistra di governo, cioè del sistema di imprese collegato al Pd? Pare che ciò capiti sempre più di frequente. La procura di Milano ha chiuso le indagini per falso in bilancio commesso nel 2010 per 300 milioni di euro dal vertice rosso di Monte Paschi Siena. I carabinieri hanno arrestato il sindaco di Ischia ed esponenti di varie coop rosse per reati di corruzione, turbativa d'asta, riciclaggio, emissione di fatture inesistenti. La procura di Firenze indaga sulla corruzione e turbativa in appalti di grandi opere a carico di cooperative di costruzione «rosse». La procura di Roma indaga sulle corruzioni di cooperative sociali rosse che si occupavano di manutenzione del verde pubblico, di raccolta differenziata, smaltimento di rifiuti e altro dando occupazione ad ex detenuti. Intanto il governo Renzi si sta dedicando a inasprire le sanzioni penali e allungare le prescrizioni per i reati di falso in bilancio, corruzione, riciclaggio. Tarda a depenalizzare i reati fiscali minori e dubbi, con la emanazione dei decreti attuativi riforma tributaria. Nomina commissari alle grandi opere traendoli dalla magistratura e li affianca a ministri e sindaci. Ciò nello sforzo di risultare dalla parte dei giusti e non dei colpevoli, pur essendo espresso dal Pd. In cui per altro la minoranza attuale è la ex maggioranza, cui paiono collegate molte delle imprese coinvolte. Il nuovo dirigismo complica la vita delle imprese ordinarie, rallenta investimenti pubblici e privati, induce a spostare all'estero sedi e iniziative. La cattiva gestione Mps ha portato discredito al mondo delle banche cooperative e al sistema bancario italiano, generando parametri bancari molto severi. Ciò con danno il credito alle famiglie e alle imprese. E comunque ha azzoppato una delle nostre maggiori banche. Le cooperative sociali hanno perso un po' della loro reputazione e ancor più quelle di costruzione ed edilizie. Il rimedio vero, però non sta nelle pene aspre, sta nel rimuovere le cause che generano i delitti e nella certezza delle pene, cioè dei processi. Fra le cause maggiori di questi reati ci sono l'intreccio fra economia e politica; l'elefantiasi dei governi ai vari livelli che si ostinano a gestire direttamente o indirettamente attività privatizzabili, la complicazione delle procedure. Occorrono le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la riduzioni di spese pubbliche, le procedure snelle. Ciò non emerge solo dalle spending review recenti del professor Giavazzi o del dottor Cottarelli. Lo si legge all'inizio del libro Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria.

Il problema è quello di ridurre al minimo la perdite di libertà che accettiamo con il dare dei compiti al governo, per ottenere la garanzia di un massimo di libertà. Se non si crede agli economisti, si creda almeno al padre del Diritto penale. Che, per altro, era anche professore di Economia pubblica.

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