Il bel Caffè Greco è in crisi, deve vendere, si parla di acquirenti ebrei... qui da Gerusalemme sinceramente l'elemento fattuale della vicenda è poco interessante se non per il dolore di vedere un bene culturale così popolare e grazioso in discussione. Ma ecco un post che teme che la faccenda finisca per beneficiare i «sionisti»: il movimento «Bds» si mette in moto e, come nel suo compito (boycott and disinvestment) promette il boicottaggio del caffè. E gli astuti padroni attuali garantiscono che esso non finirà in mani sioniste. Attenzione: «sionista» è la parola chiave, qui diventa un'offesa che indica la perfidia e la spregevole natura degli ebrei. Invece è, in Europa e in tutto il mondo occidentale, un complimento: perché è l'aggettivo derivato da «Sionismo», da Sion, omonimo di Gerusalemme, il movimento di autodeterminazione nazionale nato nell'800.
Potrebbe aiutare come diceva il Foglio di sabato, la riapertura del bell'auspicio di Pannella che l'Ue inviti Israele a farne parte? La risposta è che l'Ue ha creato una palude di fango da cui deve lavarsi fin dal tempo di Olof Palme, di Willy Brandt, di Bruno Kreisky, di tutta la svolta europea ispirata dal dialogo socialdemocratico con la Russia Sovietica per cui Israele diventa imperialista e colonialista e sostiene le guerre arabe. L'Ue ha perseguitato Israele a ogni occasione con le sue mozioni di biasimo, pratica la repellente mossa dell'etichettamento dei prodotti dei territori contestati, avrebbe condannato il riconoscimento di Gerusalemme come Capitale se non fosse stato per i Paesi di Visegrad. Come se il responsabile dello scontro sempre in corso fosse Israele e non l'insistito rifiuto di ogni accordo da parte palestinese.
Nei giorni scorsi il documento di Liliana Segre ha fatto molto discutere: chi scrive l'avrebbe votato perché solleva un tema vero e per amore e rispetto della storia della senatrice. Ma l'antisemitismo teorizzato e organizzato, che ha fatto sei milioni di morti, non c'entra nulla con gli altri problemi legati alla cultura dell'odio. Il documento inoltre implicitamente suggerisce che l'antisemitismo sia di destra. Questo non è vero. Esso è misurabile sulle tre D di Sharansky, delegittimazione, demonizzazione, doppio standard di Israele, e purtroppo la sinistra è campione. Gli esempi sono eclatanti, da Corbyn ai campus americani a Bernie Sanders che dichiara Israele «razzista», proprio come la famigerata dichiarazione «sionismo uguale razzismo» votata all'Onu nel 1975. Poi è stata cancellata ma Israele, si suggerisce, fa parte del nemico collettivo che ogni oppresso deve combattere da un unico fronte. Una follia contro il popolo che non solo ieri è stato il più perseguitato del mondo, e che allo stato attuale delle cose subisce la persecuzione antisemita.
Se il Parlamento italiano vuole combattere la sua lotta contro l'antisemitismo insegni la vera storia di Israele, costringa l'Ue a abolire il labeling e le risoluzioni che le garantiscono un'unità fittizia e automatica, tolga gli stigma esistenti all'ebreo collettivo. Combatta, finalmente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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