Lo sconto, alla fine, ci sarà. Il premier Matteo Renzi ha impostato buona parte della manovra sul condono-rottamazione delle cartelle di Equitalia. Al momento, però, è impossibile quantificare il vantaggio economico per i contribuenti. L'unica cifra certa che si può scrivere è quella relativa ai 4,2 miliardi che lo Stato spera di incassare l'anno prossimo abbuonando interessi di mora (forse), sanzioni (forse) e aggio di riscossione (molto in forse) a coloro che sceglieranno di rateizzare le tasse non versate fino a fine 2015.
Un giallo? Un mistero? Un enigma? No, semplicemente marketing. Il prodotto, cioè la buona notizia, è già venduto a scatola chiusa e poi quando arriverà il «pacco» a casa se ne scoprirà l'effettivo contenuto. Non ci resta che partire dalle dichiarazioni di sabato scorso. «Chi deve pagare paga, ma a non pagare smisurati interessi e more che erano previste dalla filosofia da cui Equitalia partiva», ha detto il presidente del Consiglio glissando sulle sanzioni. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha invece precisato che l'incasso previsto è stato calcolato in base a «prime stime dell'adesione dei contribuenti senza specificare alcunché». Insomma, non è sceso nei dettagli e sabato sera dal Tesoro filtrava una certa irritazione soprattutto sul capitolo relativo all'abbuono degli interessi di mora (che quest'anno sono stati fissati al 4,13% ma che fino a pochi anni fa superavano il 5) rimandando alla stesura definitiva. Il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, invece aveva celebrato il provvedimento come una vittoria del neonato gruppo Scelta Civica-Ala di cui è il co-leader assieme a Denis Verdini. «Le imposte si pagano per intero, ma si fa piazza pulita di altre voci che spesso portano a raddoppiare e triplicare l'importo dovuto», ha chiosato con entusiasmo.
Vale la pena, perciò, ricapitolare quello che a oggi è noto nelle more della pubblicazione del decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2017. Tutte le cartelle esattoriali emesse fino alla fine dell'anno scorso potranno essere rateizzate e si potrà usufruire di un bonus sulle sanzioni e sugli interessi di mora. È pressoché certo che al debito vengano applicati gli interessi legali (lo 0,2% quest'anno), mentre sull'aggio di riscossione da pagare a Equitalia (che entro giugno sarà assorbita dall'agenzia delle Entrate) ci sono molte meno certezze. Basta comunque mettersi in regola entro 60 giorni dalla notifica per far scendere il costo al 4,65% dell'importo dovuto. Tale struttura potrebbe far scendere gli importi delle cartelle almeno del 30% rendendo più conveniente regolarizzare.
Non ci sono limiti di importo (inizialmente si era parlato di una soglia di 100mila euro per le rateizzazioni), ma alcuni contribuenti saranno esclusi dal beneficio. In primo luogo, coloro che hanno debiti Iva. Quest'ultima è un'imposta regolata a livello comunitario e, quindi, modificarne la riscossione aprirebbe problemi catalogabili come aiuti di Stato. In secondo luogo, le amministrazioni pubbliche che non si affidano a Equitalia per la riscossione non rientrano nella norma standard. Grandi Comuni come Milano e Roma, in passato, si sono però «accodati» ai mini-condoni nazionali.
Le stime di 4,2 miliardi di incassi si riferiscono ai circa 50 miliardi di euro di cartelle ipotizzati come recuperabili da quel mare magnum di oltre mille miliardi affidato a Equitalia dal 2000 al 2015.
Nella «Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva», allegata al Def e depositata in Parlamento, si specifica che il divario tra le imposte che dovrebbero essere versate e quelle effettivamente pagate si è attestato a 88 miliardi di media tra 2010 e 2014 (108,7 miliardi medi nel solo biennio 2012-2013). L'Iva con circa 40 miliardi è l'imposta più evasa dagli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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