New York. Joe Biden conquista ufficialmente l'Arizona e la Georgia, anche se si riconteranno i voti, riducendo le speranze di un ribaltone da parte di Donald Trump, il quale tuttavia mette a segno la sua prima vittoria legale in Pennsylvania. Un giudice del Keystone State si è pronunciato giovedì in favore della richiesta dei legali del presidente di non contare le schede per cui gli elettori non hanno fornito una prova di identificazione entro la scadenza prestabilita. In Arizona invece, tradizionalmente un feudo conservatore, il presidente eletto è il primo candidato democratico a trionfare (con circa 11 mila preferenze di scarto, per 40,40% a 40,06%) dal 1996, quando lo stato fu assegnato a Bill Clinton. Sul fronte della battaglia legale, invece, secondo il New York Times con i suoi ricorsi il tycoon «sta semplicemente osservando quanto lontano può spingersi la sua offensiva e cercando di assicurarsi il supporto permanente della sua base». Il Comandante in Capo, comunque, che incassa la North Carolina, sta valutando le prossime mosse: per alcuni potrebbe aspettare ad accettare la sconfitta dopo il riconteggio manuale in corso in Georgia e se la corsa sarà certificata a favore di Biden, darà il via alla nuova cavalcata elettorale. «Come prossimo passo - prosegue il Nyt - Trump sta pensando di annunciare che intende correre nel 2024, consapevole che così congelerà un campo già affollato di possibili candidati repubblicani». In questo modo «manterrà il largo sostegno che ha mostrato anche nella sconfitta, e potrebbe garantirsi un redditizio contratto per un libro o onorari per conferenze». La portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany, da parte sua, ribadisce il rifiuto di riconoscere la vittoria di Biden, e a chi le chiedeva (su Fox Business) se The Donald parteciperà alla cerimonia del giuramento dell'avversario, ha risposto: «penso che il presidente il 20 gennaio parteciperà al suo Inauguration Day. Lui crede che inizierà un secondo mandato». Anche Peter Navarro, consigliere per le politiche commerciali, fa sapere che l'amministrazione sta operando come se si avviasse verso un secondo mandato, mentre Trump twitta a chi protesta contro l'elezione di Biden: «È commovente vedere tutto l'enorme supporto là fuori, specialmente i raduni che stanno sorgendo in tutto il Paese, incluso quello di sabato a Washington. Potrei anche provare a fermarmi e salutare».
Nel frattempo il team per la transizione dell'ex numero due di Obama continua a lavorare sulla squadra di governo, e starebbe valutando il nome di Hillary Clinton per il ruolo di ambasciatrice americana all'Onu. Lo rivela il Washington Post citando fonti informate, secondo cui l'ex candidata democratica alle presidenziali è «in discussione» perché si pensa che la sua scelta aumenterebbe l'immagine e il prestigio degli Stati Uniti nell'organizzazione internazionale dopo il mandato di Trump. «Sarebbe un modo per sottolineare l'importanza di quella posizione nella sua amministrazione, e aumenterebbe il prestigio delle stesse Nazioni Unite», spiega la fonte.
La mossa, tuttavia, potrebbe trasformarsi in un boomerang per Biden, prima di tutto visto che la Clinton è invisa ad una parte degli elettori democratici, e poi perché il modo in cui ha gestito l'attacco del 2011 al consolato Usa a Bengasi, in Libia, è rimasto un punto debole che la espone a facili critiche. In lizza c'è anche l'ex candidato alle primarie Pete Buttigieg.
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