Da contabile a collezionista: vince un Picasso alla lotteria

A una donna di Ventimiglia la "Nature Morte" del 1921 dipinta dal genio di Málaga e messa in palio da un'ong

Da contabile a collezionista: vince un Picasso alla lotteria

«Scusa mamma, hai visto il mio cellulare?». «Ma certo, è là, sullo scaffale, sotto il Picasso».

Interno giorno di una casa italiana. Una casa che ci piace immaginare comune, magari zeppa di librerie Billy e di divani Klippan dell'Ikea. Ma con appesa da qualche parte una «Natura morta» dipinta nel 1921 da Pablo Picasso, non proprio un pittorino della domenica.

Naturalmente la scena è immaginaria. Magari quel quadro finirà nel caveau di una banca. O verrà venduto a un collezionista. O prestato a un museo. Ma da ieri è di proprietà di Claudia Borgogno, una contabile italiana che lo ha vinto a una lotteria benefica indetta mesi fa dalla casa d'aste Christie's e dall'ong Care allo scopo di finanziare alcuni progetti di solidarietà in Madagascar e in Camerun.

Claudia aveva ricevuto il biglietto numero 1260346 della lotteria dal figlio, che lo aveva stampato, lo aveva messo in una busta e ne aveva fatto un regalo di Natale. Sono passati diversi mesi nel corso dei quali la donna si era forse anche dimenticata di quel ticket, immersa come tutti gli italiani in pensieri molto più lugubri. Poi mercoledì l'estrazione elettronica che ha tirato fuori da chissà qualche algoritmo quella altrimenti insignificante stringa numerica. E bam!, la contabile italiana si è ritrovata proprietaria di un'opera del più importante artista del Novecento. Certo non la più importante, non è Guernica né le Demoiselles d'Avignon, e del resto il genio di Málaga ha creato per sette o otto decenni e la sua produzione è sterminata. Ma è pur sempre un Picasso, cavolo.

«Incredibile», avrebbe detto la donna, che ha 58 anni e vive a Ventimiglia, a due passi dal confine con quella Francia che di Picasso è stata patria adottiva. «Non avevo mai vinto niente», dice ora, contattata dalla AP, e diciamo che ha scelto un buon modo per incominciare. «È stata forse la migliore decisione della mia vita», agiunge il figlio Lorenzo Naso. Togli il forse, Lorenzo.

La lotteria, la cui estrazione si sarebbe dovuta tenere il 30 marzo ma che è stata comprensibilmente spostata di un paio di mesi a causa della pandemia, si chiama «100 euro per un Picasso» perché a tanto ammontava il costo del biglietto. Di tagliandi ne erano stati venduti 51.140 in oltre cento Paesi del mondo e quindi l'incasso per gli organizzatori è stato superiore ai 5 milioni, oltre cinque volte il valore che gli esperti di Christie's hanno attribuito all'opera. Opera che è un olio su tela rettangolare, piuttosto piccolo (22,9x45,7 centimetri), firmato e datato nell'angolo in alto a sinistra, ascrivibile al periodo cubista di Picasso. Prima di finire a Ventimiglia era di proprietà del collezionista d'arte francese David Nahmad, che l'ha ceduta agli organizzatori per 900mila euro senza troppi problemi, essendo quello il più piccolo dei 300 Picasso della sua collezione, povero lui. Prima ancora era stato di proprietà di un paio di collezionisti di San Francisco, era stato esposto al Museo d'Arte Moderna di San Francisco a partire dal 1951 e successivamente era tornato nel circuito dei collezionisti privati. In novantanove anni è stato esposto al pubblico, oltre che a San Francisco, anche alla Galleria Zwemmer di Londra.

Quando mercoledì da Parigi hanno chiamato Lorenzo per comunicare la notizia, il giovane non stava seguendo la diretta streaming, e quindi è caduto dalle nuvole. Poi l'ha detto alla mamma, che quella notte - la prima da collezionista e da milionaria - non ha dormito.

La prima edizione della lotteria nel 2013 aveva messo in palio un'altra opera di Picasso, «L'homme au Gibus», di un valore

analogo, finita a casa di un venticinquenne della Pennsylvaia che produce spruzzatori antincendio. Una nuova edizione è prevista per il 2021, se avete un buco da riempire sulla parete del soggiorno è la vostra occasione.

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