Conte chi? Un italiano su 3 non sa che è premier

Confusione tra gli intervistati: il 15% indica Mattarella, l'8% Salvini

Conte chi? Un italiano su 3 non sa che è premier

Un cittadino del nostro Paese su tre, posto di fronte alla semplice domanda «Come si chiama l'attuale presidente del Consiglio?», non sa dire correttamente il nome di Giuseppe Conte.

È quanto emerge da un sondaggio effettuato nei giorni scorsi dall'Istituto EumetraMR di Milano, intervistando un campione rappresentativo della popolazione in età di voto.

Va detto però che il dato, seppure di interesse, per certi versi non è sorprendente. Per almeno due motivi.

Il primo sta nel fatto che, come è noto, sono molti gli italiani che non seguono da vicino le vicende politiche e, spesso, se ne disinteressano completamente. Secondo una ricerca condotta dalla stessa EumetraMR, meno di un italiano su 10 (per la precisione l'8%) dichiara di seguire «molto» la politica e un altro 29% la osserva con media intensità. Se ne deduce che, nell'insieme, il 63% dei cittadini dichiara di non interessarsi (o di farlo comunque «poco») di politica.

Tra questi ultimi, si registra una significativa accentuazione di persone anziane, con basso titolo di studio (spesso pensionati e, specialmente, casalinghe) che, non a caso, costituiscono anche una porzione importante di coloro che danno oggi una indicazione errata sul nome del capo del governo.

Il secondo e più rilevante motivo di questa parziale non conoscenza del nome del presidente del Consiglio, sta però, con tutta evidenza, nel livello di visibilità che lo stesso Prof. Conte ha assunto, mantenendo per lo più una presenza sullo scenario politico per molti versi «defilata». Le sue dichiarazioni sono scarse e le sue prese di posizione anch'esse assai centellinate. Secondo alcuni osservatori, questo atteggiamento di Conte costituisce una vera e propria scelta consapevole e voluta del presidente del Consiglio che, anche seguendo l'esempio di Gentiloni (che, grazie alla sua immagine «moderata» rispetto a Renzi, si conquistò un certo consenso tra gli elettori) cerca di proporsi come una sorta di figura «super partes» di fonte alle diverse posizioni assunte quotidianamente da Lega e Movimento Cinque Stelle. A parere di altri, invece (la maggior parte dei commentatori delle nostre vicende politiche), Conte è di fatto costretto a questo ruolo appartato proprio a seguito delle continue pressioni contrapposte dei partiti componenti il governo e del fatto che, fin dall'inizio, è stata pensata per lui una funzione che di fatto è di secondo piano.

Resta il fatto che, non a caso, i personaggi più citati da chi risponde con una indicazione errata al quesito sul nome del presidente del Consiglio sono in primo luogo quello di Sergio Mattarella e poi quello di Matteo Salvini.

La citazione di Mattarella dipende anche dalla confusione, che evidentemente tanti (il 15% degli intervistati) fanno tra il ruolo del presidente della Repubblica e quello di capo dell'esecutivo. Ma è legata probabilmente anche alla presenza, sovente di primo piano, di Mattarella soprattutto nei giorni della crisi di Governo (specie in occasione del rifiuto alla proposta di far assumere al prof. Savona il ruolo di ministro dell'economia), ma anche in momenti più recenti.

La citazione relativamente frequente del segretario della Lega scaturisce, con tutta evidenza, dal deciso protagonismo che Matteo Salvini (che viene indicato come capo del governo in misura relativamente maggiore da quanti esprimono l'intenzione di voto per Forza Italia, forse perché un po' irritati o ammirati? del ruolo ricoperto di fatto dal leader della Lega) si è di fatto assunto con ripetuti interventi e dichiarazioni (dalla questione degli immigrati a quella sui rom, fino alla recente disputa sulla concessione della scorta a Roberto Saviano e alla obbligatorietà dei vaccini) il ruolo di prim'attore (perché, come abbiamo osservato su queste colonne nei giorni scorsi, la politica nel nostro e in altri paesi si è trasformata spesso in uno spettacolo teatrale dove ha più risalto chi azzecca la battuta più efficace), conquistando, un giorno dopo l'altro, la principale attenzione sui giornali e sui social media (che, come molte analisi hanno dimostrato costituiscono ormai la principale fonte di informazione degli italiani, specie dei giovani).

Questa continua permanenza di Salvini al centro dell'attenzione e delle ripetute polemiche costituisce, con grande probabilità, l'espressione di una vera e propria strategia del segretario della Lega, volta a conquistarsi la leadership di fatto dell'esecutivo e, forse, a precostituire un domani un cambio della maggioranza di governo che lo veda impadronirsi, anche formalmente, del timone del Paese.

Ma non è detto che la strategia di Salvini funzioni anche nel medio periodo. È vero che oggi le sue scelte sono premiate dai risultati dei sondaggi di opinione. Ma, come si sa, gli orientamenti dell'elettorato sono, come anche l'esperienza di questi ultimi anni ha ripetutamente mostrato (Renzi ottenne un consenso straordinario, il 40%, alle ultime europee, salvo poi essere sempre più inviso agli elettori), assai mutevoli, specie in assenza di vantaggi concreti percepibili nella vita quotidiana di ciascuno grazie all'azione del governo.

Per questo, può essere che proprio grazie

al suo profilo (volutamente?) «celato», il professor Conte conquisti, alla fine, le simpatie degli italiani. I quali hanno mostrato, anche in tempi recenti, di stancarsi presto di un protagonismo politico troppo «urlato».

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