Conte chiede amore alle banche. Ma arriva subito la bocciatura

Il premier supplica un'elemosina per le imprese a pezzi. E Fitch taglia il rating: siamo a un gradino dalla "spazzatura"

Conte chiede amore alle banche. Ma arriva subito la bocciatura

Alla fine lo ha contestato anche un presidente della Provincia del Pd, Samuele Alghisi. Iniziata male, la missione del premier Giuseppe Conte nel cuore della Lombardia è finita anche peggio, con l'arrivo in tardissima serata nella prefettura di Bergamo e l'ultima tappa, a notte ormai inoltrata, a Brescia. Giornata lunghissima, costellata di incertezze, con poche buone notizie da dare. Al termine non solo il centrodestra lo ha criticato pesantemente, ma anche pezzi di mondo giallorosso si sono mostrati in imbarazzo. E più dolorosa ancora è arrivata la bocciatura in serata dell'agenzia Fitch che ha tagliato il rating dell'Italia, portandolo da «BBB» a «BBB-» con un outlook «stabile». Il debito è così arrivato a solo un gradino sopra il «livello spazzatura». L'agenzia di rating ha scritto che il declassamento «riflette il significativo impatto della pandemia sull'economia» prevedendo una contrazione del pil dell'8%, un defcit al 10% e un rapporto tra debito pubblico e pil al 156%.

Arrivando tardi in prefettura, Conte si è mostrato nervoso, ha pensato inizialmente di non fermarsi coi giornalisti, poi sentito il grido «a Bergamo, qualcosa deve dire», è tornato indietro, perché «se la dovete prendere come scortesia...». Ma ha avuto una sorta di battibecco con una giornalista. Quindi ha sostanzialmente confermato che la decisione sulla zona rossa bergamasca era nelle mani del governo, che ha aspettato per poi farla confluire nel decreto del 7 marzo. Oggi sono passati due mesi da quei giorni drammatici. Tanto c'è voluto perché il premier si decidesse a fare visita alle città più colpite dall'epidemia. Sarebbe stato d'intralcio? «Assolutamente non credo» ha detto ieri il governatore Attilio Fontana. Due mesi dopo dunque, Conte lunedì è stato Milano, poi a Bergamo e Brescia, ancora sconvolte, per poi ieri tornare - dopo l'intermezzo genovese - a Lodi e Cremona. Una visita difficile. «Tardiva, simbolica, anche un po' paracula» l'ha definita - irrituale ma efficace - il consigliere regionale Niccolò Carretta, bergamasco, vicino al sindaco Giorgio Gori ed eletto nella sua lista. «Non servirà a molto - ha previsto - ma spero ora percepisca meglio cosa viviamo qui». È servita almeno a fare chiarezza sulla mancata zona rossa: «Nel momento in cui ci è stata proposta - ha spiegato Conte - abbiamo chiesto un approfondimento al Comitato tecnico scientifico, la sera del 5 marzo è arrivata la relazione, il 6 mi sono precipitato in Protezione civile a discutere la soluzione migliore, la sera del 7 ho firmato il Dpcm che ha reso di fatto tutta la Lombardia zona rossa». Ma in definitiva il viaggio, mal congegnato o mal riuscito, invece di stemperare le polemiche le ha ulteriormente alimentate. Conte non ha nominato i Comuni di Nembro e Alzano Lombardo, e più d'uno lo ha notato. «Triste che sia venuto nella Provincia di Bergamo, stremata, di notte, non conoscendo i nomi dei due paesi più colpiti, che vicinanza è?» ha chiesto il manager Antonio Maria Leonetti. E anche a Brescia il copione è stato simile, col dettaglio aggravante dell'arrivo nottetempo. «I Comuni bresciani sono stati umiliati» ha detto l'assessore regionale Fabio Rolfi, ma anche il dem Alghisi si è lamentato, considerando «molto grave» l'esclusione della Provincia. E un'altra bresciana, la ex vicepresidente della Regione Viviana Beccalossi, l'ha definita «una passerella non solo inutile, quasi offensiva».

Intanto Conte era già partito per Genova e tornato a Lodi, capoluogo di una Provincia ferma ormai da 68 giorni. E lì ha chiesto a tutto il mondo bancario di «erogare subito liquidità alle imprese che hanno bisogno», chiamandole a «un atto d'amore per l'Italia».

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