Giuseppe Conte vede sempre più vicina la leadership del Movimento 5 Stelle e dai suoi social, come ormai sua consuetudine, comunica con i suoi futuri possibili elettori. Le sue parole non aggiungono nulla al dibattito politico in realtà, ricalcano quanto già detto da Enrico Letta e ripreso da Nicola Zingaretti nelle scorse ore, senza un guizzo di originalità. Al centro della nota social dell'ex presidente del Consiglio l'opposizione della Lega e di Matteo Salvini alla misura del coprifuoco e, in generale, alle limitazioni delle libertà ancora in atto nel nostro Paese.
Scambiando Facebook per un'aula universitaria, Giuseppe Conte si è fatto forza della sua esperienza di governo nel corso della prima e della seconda ondata per difendere le scelte di Mario Draghi, che furono anche le sue, ed è salito in cattedra. Con caratteri maiuscoli, che nel linguaggio social equivale ad alzare la voce, l'ex premier si lancia in domande retoriche: "Da che parte stare? Dalla parte di chi soffia sul fuoco o dalla parte di chi prova a spegnere l'incendio?". Conte, quindi, ricorda la sua esperienza di governo senza mai citarla, ma ci tiene a sottolineare che "la responsabilità di governo impone di tutelare la salute dei cittadini oltreché di preservare il tessuto economico e sociale. E talvolta tutto questo si traduce in scelte a primo giudizio impopolari, poco adatte a chi in tempi di pandemia preferisce guardare alle tabelle dei consensi", ha affermato quindi l'ex premier per preparare l'affondo fotocopia del Pd su Matteo Salvini.
"Una forza politica è libera di scegliere la via più comoda dell'opposizione, sperando di riuscire a intercettare il diffuso malcontento delle tante famiglie e imprese che stanno affrontando una durissima prova. Oppure può decidere di condividere le responsabilità di governo, avendo così la possibilità, con i propri ministri, di sedere ai tavoli dove si formano le decisioni e orientare le scelte", ha scritto Giuseppe Conte.
L'attacco è diretto soprattutto ai ministri della Lega, per i quali l'ex premier si chiede se "si accoderanno ad apporre le proprie firme alla iniziativa propagandistica contro il coprifuoco lanciata ieri dal loro leader di partito, oppure si dissoceranno?". Conte difende il coprifuoco, introdotto durante la sua legislatura, "una forte limitazione alla libertà di circolazione, un sacrificio personale ed economico enorme per molti di noi". E nonostante siano ormai diversi gli esperti che ritengono questa misura non fondata su criteri scientifici validi, tanto più con l'attuale formato 22-05, Conte insiste: "Confidiamo tutti che possa essere rivista il più presto possibile, non appena l’andamento della curva epidemiologica lo permetterà. Ma sempre sulla base dei dati scientifici, applicando i criteri di adeguatezza e di proporzionalità".
Conte, quindi, gioca la carta del populismo, facendo leva sulla voglia di tutti di liberarsi una volta e per tutti delle restrizioni. Quindi, l'ex premier conclude: "Forse, prima di tutto, i cittadini pretendono dai propri governanti trasparenza e correttezza". L'ex premier fa la sua solita chiusa a effetto riprendendo il concetto iniziale: "Bisogna scegliere da che parte stare: se da quella di chi soffia sul fuoco o da quella di chi si rimbocca le maniche per spegnere l'incendio".
In serata, a Conte e a Letta ha risposto Matteo Salvini: "La domanda è una: ma Letta e Conte che minacciano e insultano, si fidano degli italiani oppure no? Possiamo restituire a donne e uomini
la libertà di uscire e lavorare, di giorno e di sera, almeno nelle Regioni gialle e sotto controllo, o teniamo tutti in casa ad oltranza? No al coprifuoco, sì a salute, lavoro e libertà. Io mi fido degli italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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