Dopo il verdetto della Corte Costituzionale sul suicidio assistito, si è aperto un dibattito etico anche nei palazzi della politica. E adesso sul caso interviene anche il premier, Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio nel corso di un'intervista a Ceglie Messapica, ha sottolineato l'esigenza che vi sia il diritto al'obiezione di coscienza per i medici. Conte non usa giri di parole: "Credo infatti ci sia un diritto alla vita, ma è da dubitare ci sia un diritto alla morte".
Poi il premier ha parlato anche dei lavori parlamentari fermi al palo per una legge sul fine vita: "Ci sprona a farlo la stessa Corte costituzionale. Leggeremo la sentenza per intero quando tra un mesetto sarà depositata ma l'intervento della Corte non può sostituire un intervento legislativo. L'avevo detto anche quando ho chiesto la fiducia in sede di replica in Parlamento. Ho sollecitato le forze politiche ad assumere l'iniziativa anche perché su questi argomenti: Non mi sembra appropriata un'iniziativa governativa. Anche perché sono materie laceranti sul piano morale, con tante implicazioni anche filosofiche: farne una questione di governo no". Infine il premier rimarca, da cattolico, la sua posizione su un tema così delicato: "E' giusto che ci sia un confronto sereno, serio, in Parlamento. Non voglio far pesare la mia opinione personale: da giurista e da cattolico mentre non ho dubbi che esista un diritto alla vita, perno di tutti i diritti della persona, dico che è da dubitare ci sia un diritto alla morte.
Esiste un diritto all'autodeterminazione per cui scelgo le mie cure ma scegliere di essere avviato alla morte e chiedere l'ausilio di personale qualificato può essere un pò dubbio". Ora la parola passerà al Parlamento che da quasi un anno non riesce a trovare un'intesa su una norma che possa definire i paletti sul suicidio assistito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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